Platinette racconta la paura dell’ictus: “Bloccato in un fermo immagine, paralizzato”
Fermo, bloccato, paralizzato, senza capire cosa sta succedendo e senza poter reagire: Platinette racconta la paura dell'ictus
Platinette si trova ancora all’ospedale Niguarda di Milano, dove è stato ricoverato dopo l’ictus ischemico che lo ha colpito a metà marzo. Ma come sta oggi Mauro Coruzzi?
È stato proprio lui a raccontarsi, dalla sua stanza d’ospedale, in un’intervista con Il Gazzettino di Parma. Platinette ha avuto paura e la vita gli ha insegnato una lezione molto importante, che ora vuole condividere con tutti.
Bloccato in un fermo immagine, paralizzato dall’incapacità e dalla sorpresa di non riuscire ad avere reazione alcuna. Dormire sarà un lusso o uno stato che mi resterà estraneo. Non voglio perdermi nemmeno un istante del vivere.
Mauro ha raccontato come si è sentito durante l’ictus ischemico e cosa lo aspetta ora. Fortunatamente si trovava con il suo fisioterapista, che si è presto reso conto del malore e ha allertato i soccorritori.
Ha citato De André, per lasciare una lezione importante a tutti i suoi fan, come quella che la vita ha lasciato a lui:
Passano i giorni e sente che qualcosa si muove e qualcosa no (la mia volontà di farcela?), perché, sia chiaro, ‘dal diamante non nasce niente, dal letame nascono i fior’. Solo quando ti senti in un mare di… guai, è la tua spinta che diventa una marcia in più a farti risalire in superficie.
Non permettete che vi sia strappata via la speranza, per voi, per chi vi sta vicino, per un dopo che può solo migliorare.
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Mauro Coruzzi si sente meglio, ha pubblicato diversi scatti sui social. Si è mostrato in piedi, per la prima volta e da solo, accanto alla finestra della sua stanza d’ospedale. Si è mostrato sorridente, con gli amici e i colleghi che sono andati a trovarlo e anche mentre svolge gli esercizi di riabilitazione.
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Immagini che fanno sorridere il cuore dei suoi numerosissimi seguaci e dei colleghi del mondo dello spettacolo, che dopo la notizia, avevano espresso pubblicamente la loro preoccupazione, inviandogli supporto e incoraggiamenti.