Delitto Alice Scagni: la decisione del giudice durante l’udienza preliminare
Il prossimo 9 giugno inizierà il processo per il delitto di Alice Scagni, la giovane mamma morta per mano del fratello Alberto
Si è tenuta l’udienza preliminare per il delitto di Alice Scagni, la giovane mamma morta lo scorso 1 maggio per mano del fratello Alberto Scagni. Il giudice ha rifiutato la richiesta della difesa per il rito abbreviato e deciso per il rinvio a giudizio dell’imputato. Il processo avrà inizio il prossimo 9 giugno.
Gli avvocati di Alberto Scagni hanno puntato sul rito abbreviato e la perizia psichiatrica, ma il gip Matteo Buffoni ha ritenuto che la situazione mentale di Alberto Scagni sia già completa.
Era il 1 maggio del 2022, quando l’uomo si è recato sotto casa della sorella e ha spezzato per sempre la sua vita. Poco prima aveva chiamato i suoi genitori, minacciandoli e minacciando Alice e il cognato.
Il papà aveva chiamato le autorità, per spiegare la situazione. Non era la prima volta che i due genitori erano stati costretti a chiamare le forze dell’ordine. Ma come testimonia l’audio che si è diffuso in rete, l’agente dall’altra parte della cornetta, ha informato il signor Scagni di non poter intervenire senza una denuncia:
Nessuno è intervenuto per fermare il fratello di Alice Scagni
Nessuno è intervenuto per fermare Alberto Scagni. La mamma e il padre avevano chiesto aiuto anche al centro di igiene mentale, riuscendo ad ottenere un appuntamento solo per diverso tempo dopo, fissato al 2 maggio, il giorno successivo all’indimenticabile delitto.
Pretendeva soldi dalla famiglia, pochi giorni prima aveva anche dato fuoco al portone della nonna. La famiglia era esausta, ma come immaginare che sarebbe arrivato a tanto? L’anziana signora ha scritto una lettera agli inquirenti, per chiedere che il nipote venga punito e non venga liberato. La nonna teme per la sicurezza del nipotino, figlio di Alice Scagni. È certa che sarebbe il primo che Alberto andrebbe a cercare una volta fuori dalla prigione.
Alberto Scagni è accusato di delitto volontario premeditato e aggravato dalla crudeltà e dal mezzo insidioso (coltello nascosto in un sacchetto, mentre attendeva la sorella sotto la sua abitazione).