Trentenne vuole suicidarsi, ma la telefonata della madre gli salva la vita
La donna ha chiamato i Carabinieri, che hanno rintracciato e salvato il trentenne poco prima che riuscisse a togliersi la vita
Un episodio scioccante e potenzialmente letale si è verificato nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, il 28 aprile, a Buguggiate, piccolo comune in provincia di Varese. Un trentenne che voleva togliersi la vita impiccandosi nel bosco, è stato salvato da due carabinieri che, allertati dalla madre del giovane, lo hanno raggiunto giusto in tempo.
Un episodio che racconta il disagio vissuto da un ragazzo di soli 30 anni, con una vita intera davanti fatta di sogni e speranze. Futuro offuscato probabilmente da uno stato d’animo a terra, che lo stava portando verso la sua fine.
Erano da poco passate le 17:00 del pomeriggio dello scorso venerdì. La caserma dei Carabinieri di Buguggiate, un piccolo comune di poco più di 3mila anime situato in provincia di Varese, riceve una telefonata di una donna del posto disperata.
La signora, evidentemente sotto shock, chiedeva aiuto ai militari perché suo figlio, un trentenne molto conosciuto in zona, le aveva comunicato la sua intenzione di farla finita, di togliersi la vita.
La madre ha così indirizzato le forze dell’ordine verso una zona boschiva della posto, dove il figlio le aveva detto di voler andare per compiere il suo gesto estremo.
Due Carabinieri hanno salvato il trentenne
A raccogliere la chiamata è stata una pattuglia con due Carabinieri, che ha subito raggiunto la zona indicata ed ha iniziato a perlustrarla in lungo e in largo a piedi.
Poco dopo i due militari sono riusciti a rintracciarlo. Il trentenne aveva creato un cappio con del filo di ferro, lo aveva già attaccato ad un albero e se lo era messo intorno al collo.
Immediatamente i Carabinieri lo hanno raggiunto. Mentre uno lo teneva sollevato, l’altro ha slegato il filo e lo ha liberato.
Un gesto provvidenziale, arrivato a pochi istanti prima che fosse troppo tardi.
Sul posto sono poi arrivati i soccorritori medici, che hanno prestato le dovute cure al giovane.
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