Maurizio Beghè doveva essere arrestato proprio nel giorno in cui ha sparato alla moglie
Maurizio Beghè aveva aggredito già diverse volte l'ex moglie e, proprio nel giorno della tragedia, doveva essere arrestato
Sono emersi alcuni retroscena sulla vicenda avvenuta nella giornata di venerdì 5 maggio a Cremnago di Inverigo. Si chiamava Maurizio Beghé, l’uomo di 62 anni che ha prima sparato alla ex moglie, mancandola, poi si è barricato in casa con le due figlie e in fine si è tolo la vita con un proiettile in testa. Proprio in quelle ore doveva essere arrestato per condotta violenta ripetuta in famiglia.
Una vicenda che ha scosso una comunità intera, quella di Cremnago di Inverigo, piccolo comune lombardo in provincia di Como.
Era il primo pomeriggio dello scorso venerdì 5 maggio quando una donna di 32 anni, Chiara Musetti, staccava da lavoro e tornava a casa insieme alle due bimbe di 6 e 8 anni appena prese da scuola.
In quella casa ci ha trovato Maurizio Beghé, suo ex compagno e padre delle bambine, che si era introdotto nell’appartamento tendendo un agguato a colei che, secondo lui, le aveva rovinato la vita e messo contro le figlie.
L’uomo si era procurato un’arma irregolare e senza nemmeno parlare l’ha puntata verso la donna ed ha premuto il grilletto. Il proiettile fortunatamente ha mancato di poco la 32enne, che si è subito messa in fuga.
Subito dopo l’uomo si è barricato in casa con le due bambine, si è chiuso in camera da letto e si è tolto la vita con un colpo in testa.
Maurizio Beghè doveva essere arrestato
L’episodio è stato scaturito da un raptus di follia di Maurizio Beghè, che a quanto pare non accettava la fine della relazione.
La gelosia, però, già in passato era sfociata in episodi di violenza domestica.
La 32enne aveva infatti denunciato più volte l’uomo, a seguito di percosse. La prima denuncia era arrivata lo scorso 14 aprile, il giorno successivo la seconda aggressione. La prima c’era stata una settimana prima.
In quel caso la Procura aveva disposto un allontanamento, che però non era servito a fermare l’uomo. Il 30 aprile, infatti, il 62enne aveva pedinato e malmenato di nuovo la 32enne, facendo così scattare un nuovo procedimento che sarebbe dovuto sfociare nell’arresto.
Proprio nelle ore in cui si stava consumando la tragedia, il Tribunale di Como aveva inviato ai Carabinieri di Cantù l’ordinanza di custodia cautelare per Beghè.