Aleandro Guadagna, muratore di 32 anni, ucciso dal padrone di casa
Il killer, Giuseppe La Corte di 77 anni, contestava ad Aleandro Guadagna diverse mensilità di affitto non pagate: martedì il gesto estremo
Si chiamava Aleandro Guadagna, il muratore di 31 anni che nella mattina dello scorso 9 maggio è stato ucciso davanti al portone di casa sua a Palermo. A compiere il delitto sarebbe stato Giuseppe La Corte, l’uomo di 77 anni proprietario della casa in cui la vittima viveva in affitto. Il movente sarebbe di natura economica.
Un episodio drammatico si è verificato nella mattinata dello scorso martedì 9 maggio, in una palazzina situata in via Mulino 32 a Palermo, nel quartiere Boccadifalco.
Aleandro, un muratore di 32 anni che in quella casa ci viveva in affitto dal 2015, stava uscendo di casa come ogni giorno, quando un altro uomo gli ha sparato un colpo di fucile.
A lanciare l’allarme sono stati i parenti di Guadagna. I soccorritori si sono precipitati sul posto, trovando il corpo dell’uomo riverso a terra sul pianerottolo, privo di sensi e in una pozza di sangue.
I tentativi di rianimazione non sono serviti a nulla, poiché il 32enne era già deceduto.
Chi ha ucciso Aleandro Guadagna
La vittima Aleandro Guadagna, era un volto noto alle forze dell’ordine. In passato aveva infatti scontato delle pene per rapine e altri reati.
Come detto viveva nella casa in via Mulino 32 insieme alla sua famiglia, sua moglie e i loro due bambini.
Per il suo omicidio è stato fermato Giuseppe La Corte, il proprietario di casa. Quest’ultimo e il suo inquilino pare che avessero già avuto in passato molte discussioni, perlopiù dovute ai mancati pagamenti da parte di Guadagna delle quote di affitto mensili.
In diverse occasioni i due erano stati protagonisti di liti molto accese, come raccontano i testimoni. Liti sfociate, martedì scorso, nel gesto estremo del 77enne.
La Corte avrebbe atteso appostato, armato di fucile da caccia, che Aleandro uscisse di casa, per poi freddarlo non appena fuori dal portone.
Dopo gli spari l’uomo è fuggito in un centro commerciale, dove gli inquirenti lo hanno raggiunto poche ore dopo.
L’accusa per l’uomo, che ha confessato tutto durante gli interrogatori, è quella di omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione.
Poco prima di compiere il delitto, La Corte aveva mandato un sms al figlio, dicendo che stava andando “a sistemare la questione affitti“.