Leonardo non ce l’ha fatta: la lettera del medico al bimbo che non è riuscito a salvare
Il medico aveva rianimato il piccolo Leonardo dopo l'incidente avvenuto a Pasqua: un mese dopo il piccolo si è spento per sempre
Non ce l’ha fatta il piccolo Leonardo, il bambino di soli 2 anni che nel pomeriggio di Pasqua, insieme al papà, era rimasto coinvolto in un brutto incidente stradale a Padova. Il suo cuore quel giorno si era fermato ed era ripartito grazie alla prontezza del dottor Giorgio Cuffaro, un pediatra che passava di lì per caso. Appresa la notizia della scomparsa del bimbo, il medico ha pubblicato una toccante lettera sul suo profilo Facebook.
Era il primo pomeriggio di Pasqua, il 9 aprile scorso, quando a Motta di Livenza si è verificato un tremendo incidente stradale, nel quale erano rimaste coinvolte due vetture.
A bordo di una, insieme al papà, viaggiava il piccolo Leonardo, un bimbo di soli 2 anni, il cui cuoricino si era fermato a seguito dell’impatto.
Da quelle parti passava fortunatamente il dottor Guido Cuffaro, pediatra di Conegliano, che grazie alla sue esperienza e alla sua freddezza, era riuscito a rianimare il bambino e far tornare il suo battito regolare, fino all’arrivo dei soccorsi.
Purtroppo, dopo un mese di speranza, Leo si è spento per sempre. Un dolore lancinante per tutti, anche per il dotto Guido, che sul suo profilo di Facebook ha scritto al piccolo Leo una straziante lettera.
La lettera del pediatra Cuffaro per il piccolo Leonardo
“Non ho perso un attimo, sai?“: inizia così la lettera del dottore, che si rivolge direttamente a Leo, raccontando poi nei dettagli cosa ha vissuto lui in quei difficili momenti subito successivi all’incidente.
Ce l’ho messa tutta, sai? In quel momento eri improvvisamente diventato un mio paziente, anzi, IL mio paziente ed io il tuo pediatra. E ai miei pazienti, credimi, cerco sempre di dare il meglio. A dire il vero eri un po’ paziente e un po’ figlio perché coi miei pazienti, in genere, non mi viene da piangere quando mi prendo cura di loro e con te, a tratti, dovevo trattenere le lacrime e concentrarmi su ciò che dovevo fare, perché andava fatto subito e bene, e così è stato.
Poi il medico ha parlato di quei 15-20 minuti in cui ha rianimato il piccolo, in cui non ha sentito la fatica ma ha pensato solo a come farlo tornare in vita.
La speranza che si era riaccesa
Il tuo volto, dopo pochi istanti, è tornato roseo, a dirmi che stavamo andando bene, e non mi sono perso d’animo. E tu ci hai messo del tuo, quando il tuo cuoricino ha ripreso a battere regolarmente, con forza. Non credevo alle mie dita, alle mie orecchie, ai miei occhi.
Qualcosa però, era andato storto e il medico non poteva saperlo. I traumi riportati nello schianto hanno decretato il decesso del piccolo dopo circa un mese, gettando nello sconforto tutti.
Al medico resta solo una consolazione:
“Non sai cosa avrei dato per salvarti per davvero e un giorno, magari, sì, poterti abbracciare. O guardarti giocare, correre, saltare, anche solo in silenzio e da lontano. La mia sola piccola grande consolazione è aver dato a te e ai tuoi portentosi genitori un po’ di tempo, per parlarti, accarezzarti, coccolarti. Sono certo tu, con loro, abbia fatto un bel pieno di Amore, dopo il nostro incontro“.