Pierpaola Romano: il killer non accettava la fine della loro relazione
Massimiliano Carpineti non accettava la decisione di Pierpaola Romano, sua collega poliziotta, di interrompere la loro relazione
Emergono nuovi dettagli sul femminicidio di Pierpaola Romano. La poliziotta pare che avesse deciso di interrompere la relazione con Massimiliano Carpineti. Decisione che l’uomo pare non volesse accettare.
Giorni drammatici in Italia per quanto riguarda la piaga dei femminicidi. Tiene banco quello di Giulia Tramontano, la 29enne che è stata accoltellata a morte dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, che era anche il padre del bebè che la ragazza portava in grembo da 7 mesi.
Attenzione rivolta, però, anche al delitto di Pierpaola Romano, ispettrice di Polizia di 58 anni, che nella giornata di giovedì è stata freddata da un suo collega, con cui aveva anche una relazione.
L’episodio si è verificato sotto a una palazzina della zona Torraccia, nella periferia nord est di Roma, dove la donna risiedeva.
Massimiliano Carpineti, 48 anni, avrebbe raggiunto la donna e l’avrebbe colpita con tre colpi della sua arma di ordinanza, uno dei quali al petto che alla fine è risultato fatale.
Subito dopo l’uomo è risalito sulla sua auto, ha percorso solo poche centinaia di metri, si è fermato ed ha puntato la stessa arma verso se stesso, premendo il grilletto e togliendosi la vita.
Cosa c’è dietro il delitto di Pierpaola Romano
Fin dalle ore subito successive al decesso di Pierpaola Romano, le autorità hanno avviato le indagini per cercare di chiarire la dinamica di quanto accaduto e soprattutto il movente che ha spinto l’assassino a compiere un gesto così folle.
I due pare avessero una relazione e Pierpaola, che aveva da poco scoperto di essere malata, pare volesse interrompere quella storia.
A fornire alcuni dettagli sono stati i colleghi della poliziotta, ai quali la stessa Pierpaola aveva recentemente raccontato di aver paura di alcune reazioni di Massimiliano.
Quest’ultimo non accettava la fine della relazione e molto probabilmente non credeva al fatto che la stessa fosse dovuta alla malattia, bensì ad un riavvicinamento della donna all’ex marito.
Gli inquirenti hanno sequestrato gli effetti personali delle due vittime, tra cui ovviamente i due smartphone. I dispositivi saranno ora analizzati e al loro interno si spera che si possano trovare indizi che aiuteranno a rendere più chiara la situazione.