I primi risultati dell’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano
Arrivati i primi risultati dell'autopsia eseguita sul corpo di Giulia Tramontano: cosa è emerso dall'esame
Nella giornata di oggi, venerdì 9 giugno, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano e purtroppo da questo esame è emersa una triste realtà. La donna di 29 anni, incinta al settimo mese, ha perso la vita per mano del suo compagno Alessandro Impagnatiello.
Quest’ultimo nella sua confessione, ha detto di aver usato un’arma che ha trovato nella cucina, con una lama di circa 6 cm. Questo coltello gli inquirenti lo hanno sequestrano nell’abitazione che i due condividevano.
Dai primi risultati emersi dall’esame, l’uomo le ha inferto circa 37 fendenti, di cui due o tre letali. Sono quelli al collo ed uno al petto, che le ha poi perforato il polmone.
Inoltre, la donna durante quei minuti non si è difesa ed sul ventre, nella zona dove la 29enne portava in grembo il figlio, non risultano esserci segni di fendenti. Di conseguenza il compagno, non ha colpito il figlio.
Ovviamente prima di dare delle risposte concrete, il medico legale è in attesa degli esami tossicologici. Gli inquirenti vogliono capire se l’uomo le ha fatto ingerire in qualche modo, il veleno per topi trovato nella loro abitazione.
Il delitto di Giulia Tramontano
Giulia Tramontano purtroppo ha perso la vita nella sera del 27 maggio. Era tornata a casa dal compagno, dopo un incontro con l’altra ragazza che Alessandro Impagnatiello frequentava da circa un anno.
Non si sa bene cosa sia successo, ma per gli inquirenti sembrerebbe che l’uomo l’abbia colpita alle spalle, nella zona del collo. I vicini hanno raccontato di non aver sentito urla o rumori strani.
Alessandro Impagnatiello prima di ammettere il delitto, ha fatto credere a tutti che la ragazza era andata via di casa dopo la discussione. Tuttavia, grazie alle prove raccolte ed alla versione della sua altra fidanzata, che sono riusciti ad incastrarlo.
Il 30enne quando ha capito che non poteva più mentire, ha deciso di dire la verità e di far anche ritrovare il corpo. Lo aveva occultato dietro un’intercapedine in una zona dismessa di Senago, a circa 500 metri dalla loro abitazione. Prima di nasconderlo lo ha tenuto per 4 giorni tra il box e la cantina del loro appartamento.