“Continuavano a filmare le auto distrutte!” La testimonianza di un uomo sull’incidente in cui è morto il bimbo di 5 anni
Roma, emersi nuovi dettagli sull'incidente in cui il bimbo di 5 anni è morto dopo l'incidente: cosa ha dichiarato un testimone
Emergono ulteriori dettagli sul grave sinistro in cui purtroppo il bimbo di 5 anni è deceduto nel pomeriggio di mercoledì 14 giugno. A bordo della Smart c’erano il piccolo Manuel Proietti con la madre e la sorella minore e probabilmente, dopo la festa a scuola, stavano tornando a scuola.
A bordo della Lamborghini Urus noleggiata circa 2 giorni prima, c’erano un gruppo di Youtuber, chiamati i “The Borderline”. Per gli inquirenti stavano facendo una challenge, che avrebbero dovuto poi pubblicare sui social.
Lo scopo di quei ragazzi è proprio quello di guadagnare follower e denaro facendo queste sfide. L’avevano chiamata proprio: “Vivere 50 ore dentro una Lamborghini.”
Alcuni testimoni hanno detto che quell’auto sfrecciava nel quartiere ad alta velocità da circa 2 giorni. Il bambino di soli 5 anni, aveva appena finito la festa di fine alla scuola e con la madre e la sorellina, forse stava tornando a casa.
Tuttavia, la donna nel tentativo di girare ad una strada, è stata travolta da quella macchina di grande cilindrata. Purtroppo lo scontro è apparso molto grave sin da subito.
Il padre del piccolo, intervenuto sul posto, nel vedere la moglie a terra e l’auto distrutta, ha cercato di farsi giustizia da solo. Gli agenti ed alcuni testimoni sono riusciti a fermarlo in tempo.
Bimbo di 5 anni deceduto nel sinistro: il racconto di un testimone
Sul luogo, vista la vicinanza con la scuola, sono intervenuti anche altri padri. Uno di questi in un’intervista con Il Corriere della Sera, ha spiegato che quei ragazzi dopo il sinistro sono scesi dall’auto, continuavano a filmare e ridevano tranquillamente. L’uomo ha dichiarato:
Ridevano senza ritegno. Ridevano e filmavano le auto distrutte. La vergogna più grande è che mercoledì il ragazzo alla guida della macchina, è sceso e rideva con i suoi amici. Non hanno versato una lacrima.
Non ho visto nessuno disperato, né lui né i suoi amici. Erano sereni, perfino strafottenti. Pensavano ai follower. Quando un altro genitore ha visto quello che stavano facendo, gli ha fatto notare che c’era un bambino che stava per perdere la vita in ospedale. Non hanno avuto nemmeno una reazione nemmeno in quel momento ed è lì che è scattato il parapiglia.