Il nuovo disperato e straziante appello della madre di Kata, la bimba scomparsa dall’hotel
Kata scomparsa dall'hotel Astor di Firenze, la madre ha fatto un nuovo disperato appello a Chi l'ha Visto?
Nella serata di mercoledì 21 giugno, il programma Chi l’ha Visto? si è occupato ancora una volta della straziante vicenda della piccola Kata. La bimba di soli 5 anni che risulta essere scomparsa da 13 lunghi giorni e di cui non si hanno più notizie.
Gli inquirenti dal momento in cui hanno preso in carico la denuncia, hanno fatto tutte le indagini del caso. Hanno perlustrato più volte quell’hotel occupato abusivamente.
Kata risulta essere sparita intorno alle 15.30 di sabato 10 giugno. La madre era andata a lavoro ed aveva lasciato lei ed il fratello maggiore, ad uno zio. Quando è tornata non ha più visto la figlia.
Forse con la speranza di poterla rivedere, prima di recarsi in caserma ha atteso 4 ore. Kathrina probabilmente credeva che l’avrebbe riabbracciata in breve tempo, ma così non è stato e da quel momento, sono passati 13 lunghi giorni.
La donna, che ora è disperata e spera solo che la sua piccola sia viva, non si arrende. Infatti in un nuovo disperato appello con l’inviata del programma che va in onda su Rai 3, Chi l’ha visto?, ha fatto nuovo appello.
Il nuovo appello della madre di Kata
Noi non abbiamo fatto nulla di male, aiutateci a trovare nostra figlia. Sono 11 giorni che non la vedo e non la sento. Immaginatevi come mi sento. Per favore, aiutatemi a trovarla. Per favore. Ciò che sto passando non dovrebbe accadere a nessuno.
Nello stesso programma, sono stati mandati in onda dei video in cui si mostrano delle liti tra gli abitanti di quell’hotel che è occupato abusivamente.
In una di quelle clip dal racconto della madre di Kata, anche loro hanno vissuto un momento molto grave. Mentre loro erano nella stanza, si vede qualcuno che da fuori sbatte sulla porta, per cercare di cacciarli fuori.
La donna ha detto che qualcuno voleva occupare abusivamente la loro stanza. Nel video si sente anche Kata che urla disperatamente, dicendo: “Basta, basta!”