Christian Riganò, da bomber di serie A a muratore tra le vie di Firenze
Dopo la carriera da calciatore ha tentato quella da allenatore, ma con scarsi risultati: oggi Christian Riganò è tornato a costruire case
Da una carriera di tutto rispetto nel mondo del calcio, praticato per decenni e in tutte le categorie, compresa la serie A, ad un cantiere edile. È questa l’incredibile storia di Christian Riganò. ex attaccante tra le altre di Messina e Fiorentina, che oggi è tornato al lavoro che faceva quando era un ragazzo.
In molti direbbero “dalle stelle alle stalle”, ma Christian non la vede così e vive il tutto con molta serenità, con l’unico dispiacere di essersi allontanato da quello che è sempre stato il suo amore più grande, il calcio.
Nato a Lipari nel 1974, ha iniziato a giocare a calcio fin da bambino e da giovane ha vestito le maglie di diverse squadre del sud, lavorando contemporaneamente come muratore fino ai 25 anni.
Le sue qualità però emergono sempre di più e lui sceglie di dedicarsi completamente all’attività agonistica.
Nel 2002 viene acquistato dalla Florentia Viola (ex Fiorentina), che dopo il fallimento ripartiva dalla C2. Con la maglia viola segna valanghe di gol e contribuisce in maniera importante al ritorno dei toscani in serie A, dove esordisce nel 2004 e addirittura con la fascia da capitano al braccio.
Nel 2006 e 2007 torna nella sua Messina, in serie A e serie B, poi va al Levante in Spagna, torna in Italia al Siena e pian piano la sua carriera va a scemare, fino a concludersi nel 2015 a 41 anni.
Cosa fa oggi Christian Riganò
Appesi gli scarpini al chiodo, Christian Riganò ha intrapreso la carriera da allenatore che però, a quanto pare, non gli ha portato molta fortuna.
Dall’estate scorsa è senza panchina e per tirare avanti, senza paura, non si è fatto problemi a tornare a fare ciò che sa fare meglio oltre ai gol, ossia il muratore.
Il Corriere della Sera ha intervistato l’ex bomber, che ha raccontato la sua storia e come è evoluta la sua vita fino a questo punto.
Suo padre era un pescatore e a crescere lui e i suoi 6 fratelli ci ha pensato sua mamma, ha detto Christian. La paura della fatica, quindi, non gli appartiene affatto.
Ho preso due patentini per allenare, amo il calcio, ma si vede che non sono adatto per quello di oggi. Certo, se poi arrivasse la chiamata giusta sarei pronto a tornare in panchina.
Ho guadagnato bene e ne sono felice. Nella mia intera carriera, però, ho incassato quanto molti giocatori di media fascia oggi guadagnano in due tre mesi, Così, poi, bisogna tornare a lavorare. Io sono di vecchio stampo: datemi una terra e con due colleghi siamo in grado di tirare su una casa.