“La bimba non meritava di perdere la madre in questo modo”, il dolore per quanto accaduto a Marina Luzi è immenso
La comunità è sconvolta, Marina Luzi era conosciuta ed amata, voleva solo un futuro con il suo compagno e la sua bimba di soli due anni
Continuano le indagini per il delitto di Marina Luzi, la mamma di 40 anni che ha perso la vita a Fossombrone per mano del cognato.
L’uomo, fratello del suo compagno e residente nello stesso stabile, è sceso piano inferiore e, con una pistola, ha sparato alla testa della cognata. Poi, con l’arma ancora in mano, si è presentato davanti alle forze dell’ordine e ha confessato il delitto di Marina Luzi. Tuttavia, il movente è ancora avvolto nel mistero. Secondo alcune testimonianze, alcuni giorni prima i due avevano litigato per problemi legati alla convivenza.
In quel momento la figlia di Marina, una bimba di soli 2 anni, si trovava con il suo papà a giocare in una piscina vicino alla loro abitazione. Enrico, questo il nome del compagno, ha sentito il forte sparo. Quando è tornato a casa, ha trovato la madre di sua figlia ormai priva di vita e ha lanciato l’allarme. Forse non immaginava che in quello stesso istante, suo fratello Andrea stava confessando di aver messo fine alla vita della quarantenne.
Quanto accaduto ha sconvolto l’intera comunità. Michele Chiarabilli, vicesindaco di Fossombrone e amico della donna, ha voluto esprimere il suo pensiero e stringersi al dolore della famiglia a nome dell’intera comunità.
Vorrei esprimere alla famiglia, il compagno soprattutto, la solidarietà e il dolore della città. Ci stringiamo in particolare attorno alla figlioletta, che di certo non meritava di perdere la mamma in questo modo. Quel che è successo è davvero inconcepibile, assurdo. Ma che ci faceva una pistola in quella casa?
La sorella di Marina Luzi
La sorella di Marina crede che l’unico movente dietro il delitto, sia il delirio dell’uomo. Spesso le aveva raccontato di come la situazione di convivenza con Andrea fosse diventata insostenibile. Lo descriveva come un uomo con cui non si poteva parlare, che pensava solo ai complotti e vaccini e che si era convinto di dover spegnere i cellulari perché qualcuno li spiava.
Aveva paura che un giorno potesse fare del male a lei o a sua figlia. Adesso voglio tutelare la memoria di mia sorella, per questo ci siamo rivolti a un avvocato. Se lui era infermo di mente, perché aveva una pistola? E poi ci sono tanti che hanno fissazioni come le sue, ma non per questo sono infermi di mente. Mia sorella voleva solo la sua famiglia, voleva sposarsi tra un po’ e crescere la sua bambina. Con Enrico erano innamorati come il primo giorno.
Anche la madre di Marina è distrutta dal dolore:
Fatemela vedere, almeno fatemela vedere. Mi dispiace anche per Enrico.