Delitto di Pozzuoli, scoperto il possibile movente: l’uomo era convinto che la moglie aveva un altro
Delitto di Pozzuoli, cosa è emerso sulla coppia e sulla convinzione dell'uomo che lei lo tradisse
Sono in corso tutte le indagini del caso per il delitto di Pozzuoli, che si è consumato nel pomeriggio di venerdì 28 luglio. Antonio Di Razza avrebbe colpito la moglie al viso con l’arma che deteneva illegalmente e poi l’avrebbe puntata verso di sé, per togliersi la vita.
Gli inquirenti in queste ore, dopo aver fatto tutti gli accertamenti del caso, hanno ascoltato i loro vicini di casa, che hanno spiegato come stavano davvero le cose per la coppia.
Da ciò che riporta il quotidiano locale, Il Mattino, lui lavorava come metalmeccanico e lei invece, era casalinga. Gestiva i tre figli di 16, 13 ed 8 anni. Sembravano essere una coppia normale.
Tuttavia, in questi ultimi tempi Angela Gioiello aveva iniziato a fare da badante ad alcuni anziani del posto. Voleva aiutare nelle spese familiari. Però la vita della coppia era cambiata drasticamente.
Antonio Di Razza ha iniziato ad avere una gelosia ossessiva nei confronti della donna. Era convinto che lo tradisse ed infatti tra loro le discussioni erano sempre più frequenti ed accese, fino purtroppo al triste epilogo.
Delitto di Pozzuoli, come si sono svolti i fatti
I fatti sono avvenuti intorno alle 17.30 di venerdì 28 luglio. Precisamente nella casa in cui viveva la famiglia, in via Parini, nel quartiere di Monteruscello, che si trova nella città di Pozzuoli, in provincia di Napoli.
Alcuni vicini hanno raccontato alle forze dell’ordine, di aver sentito una discussione. Successivamente hanno visto l’uomo scendere le scale ed andare in macchina, per poi risalire in casa in pochi istanti.
Quando hanno sentito i colpi e le urla strazianti dei loro tre figli, che erano in un’altra stanza, era ormai troppo tardi. Angela Gioiello purtroppo è deceduta per un colpo sul viso.
Il marito Antonio Di Razza invece, per un colpo alla tempia. Nella stanza hanno trovato i due corpi a terra e vicino anche l’arma usata per commettere il delitto ed il gesto estremo.