Per la scomparsa di Angela Celentano, c’è stata una nuova proroga di 6 mesi per la pista turca

Richiesta una proroga di altri sei per la pista turca su Angela Celentano: cosa ha spiegato il legale dei suoi genitori

Una nuova importante notizia è quella arrivata in queste ultime ore sulla scomparsa di Angela Celentano, a dare la conferma è proprio il legale che assiste i suoi genitori. La piccola è scomparsa nel 1996 e da quel giorno, la sua famiglia non ha mai smesso di cercarla.

pista angela

L’avvocato Luigi Ferrandino in una breve intervista a Il Giornale.it, ha parlato della nuova proroga di 6 mesi che il Gip ha concesso sulla pista turca. Il legale ha dichiarato:

Il pubblico ministero incaricato dell’indagine ha chiesto una proroga di altri sei mesi. Allo stato attuale non è ancora iniziata la vera e propria attività investigativa.

Credo che in questo momento gli inquirenti stiano provvedendo alla traduzione di tutti gli atti di inchiesta avviata 14 lunghi anni fa. Molto probabilmente servirà ancora altro tempo.

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La notizia di questa pista è venuta fuori solo a gennaio di quest’anno, ma ovviamente gli aspetti da chiarire sono ancora tanti.

Scomparsa Angela Celentano, la pista turca

La bimba che all’epoca aveva 3 anni, è scomparsa il 10 agosto del 1996, mentre era con i suoi familiari ed anche altre persone sul Monte Faito. Lo scopo era quello di passare una giornata all’insegna della spensieratezza.

Da ciò che hanno reso noto alcuni media, l’inchiesta della Direzione Distrettuale già dal 2009 sta indagando sulla possibilità che la giovane possa trovarsi in Turchia.

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Ad informare gli inquirenti di questa pista è una donna, chiamata Vincenza Trentinella. Nelle sue dichiarazioni agli agenti ha raccontato di aver saputo che Angela Celentano vive in Turchia. Precisamente nell’isolotto di Buyukada, con un uomo chiamato Fahfi Bey, che crede sia suo padre.

La stessa signora nelle sue dichiarazioni ha detto di aver appreso la notizia da un prete, durante un confessione. Ha anche detto di esser andata personalmente a vedere e di aver fotografato quell’uomo in uno studio veterinario, che aveva una cicatrice sul volto.