Saman Abbas, il papà Shabbar Abbas in Italia. Il Procuratore cerca anche la madre Nazia
Si lavora per dare giustizia alla giovane pachistana
Giustizia per Saman Abbas, con il papà Shabbar Abbas, accusato del suo omicidio, che è giunto in Italia. Tutto merito della collaborazione tra la giustizia italiana e quella del Pakistan, dove l’uomo era fuggito dopo aver nascosto il corpo della giovanissima figlia. Il Procuratore ha detto che ora si cerca anche di riportare in Italia la mamma della ragazza, Nazia. Così da dar via al processo e dare giustizia alla povera giovane pachistana che viveva nel nostro paese.
Dopo mesi di trattative, il Pakistan ha dato il via libera all’estradizione di Shabbar Abbas, che nel suo paese era stato arrestato e detenuto. L’uomo è arrivato con un aereo speciale a Ciampino. Lo hanno poi trasferito nel carcere di Rebibbia, prima di portarlo in Emilia.
Il prossimo 8 settembre l’uomo dovrà comparire in aula nel processo in cui lui è imputato per il decesso della figlia. Per il Procuratore di Reggio Emilia Calogero Paci, questa svolta rappresenta “un esempio di perfetta funzionalità e anche di credibilità del sistema giudiziario e istituzionale italiano“.
Significa che il sistema giudiziario italiano gode di credibilità anche in un Paese come il Pakistan. Come ricordato ieri dal ministro Nordio, si è svolta in totale assenza di normativa bilaterale di riferimento tra i due Paesi, che potesse fungere da base di sostegno per interlocuzioni internazionali in materia di cooperazione giudiziaria con il Pakistan.
Queste le parole del Procuratore in merito all’estradizione dell’uomo accusato del decesso della figlia. Non è stato facile, visto che il Pakistan ha un ordinamento giuridico diverso dal nostro.
Saman Abbas, il papà Shabbar dovrà comparire in aula di tribunale a inizio settembre per il decesso della figlia
Il Procuratore ha sottolineato che si continuerà a lavorare anche per trovare Nazia Shaheen, la mamma di Saman. Lei è l’unica ancora latitante tra gli imputati del processo. Imputati che, oltre al padre della 18enne, vedono comparire il nome dello zio e di due cugini.
Il quadro cautelare non è completato e continueremo a lavorare perché l’ordinanza venga integralmente eseguita.