Il fratello di Kevin Laganà, uno degli operai morti e l’autore del video: “Ha lasciato un’eredità per farsi giustizia da solo”
Le parole del fratello di uno degli operai investiti dal treno, dopo aver visto il video lasciato sul suo cellulare
Questa volta, a rompere il silenzio sulla tragedia di Brandizzo, è il fratello di Kevin Laganà, uno dei cinque operai che hanno perso la vita. Il ragazzo di 22 anni, il più piccolo tra le vittime, aveva ripreso in un video i momenti precedenti al passaggio del treno. Un filmato che ora è nelle mani delle Procura come “prova fondamentale”.
In quei pochi istanti, Kevin ha ripreso le parole dell’addetto Rfi, mentre diceva agli operai di iniziare a lavorare e che, al passaggio del treno, li avrebbe avvisati e si sarebbero spostati. Ma non è ciò che è accaduto, il treno arrivato ad una velocità di 160 km/h, ha travolto cinque operai, deceduti sul colpo. Gli unici due ad essere sopravvissuti, sono l’addetto Rfi e il capo cantiere, ora iscritti nel registro degli indagati, accusati di aver dato il via ai lavori di manutenzione, senza il nullaosta della stazione di Chivasso, che aveva chiesto loro di aspettare poiché c’era un treno in ritardo.
Le parole del fratello di Kevin, uno degli operai scomparsi
Oggi il fratello di Kevin Laganà definisce il video di suo fratello come una sorta di eredità che ha lasciato per farsi giustizia da solo. Ha ripreso gli istanti precedenti alla fine della sua vita e proprio le parole che dimostrano che era stato costretto a scendere sui binari, nonostante dovesse arrivare ancora un treno.
Quel video è incredibile. Kevin lo ha lasciato come si può lasciare un’eredità. Un filmato che non lascia dubbi e fa giustizia. Ha girato quelle immagini che gli mancava mezz’ora a morire. Quella stessa sera aveva mandato a mio padre il messaggio ‘Ti amo’. Da una parte un testamento per far conoscere la verità, dall’altra un saluto per la persona che amava di più.
Il video è stato depositato in Procura dai legali, come prova fondamentale di quanto accaduto. Forse Kevin voleva pubblicarlo sui social, ma il destino ha voluto che riprendesse proprio le parole dell’addetto Rfi: “Se dico treno, andate da quella parte ok?”.
La stazione di Chivasso non aveva dato il permesso per iniziare, come testimoniano le registrazioni delle 3 telefonate. Ma nonostante ciò, al passaggio del treno, gli operai si trovavano sui binari. Gli unici due sopravvissuti sono il capo cantiere, che è riuscito a vedere i fari e l’addetto Rfi. Entrambi sono stati iscritti nel registro degli indagati.