La mamma di Mattia scomparso nell’alluvione delle Marche ricorda un anno dopo quello che è successo
La donna ripercorre gli attimi in cui la piena le ha strappato via dalle braccia il figlio
A un anno di distanza, la mamma di Mattia, scomparso nell’alluvione delle Marche del settembre 2022, ricorda quello che è successo. Non potrà mai dimenticare il momento in cui la piena del fiume l’ha travolta in pieno, strappandole via dalle braccia il figlioletto. Il corpo del bimbo è stato ritrovato solo molto tempo dopo. Proprio in questi giorni è arrivata anche la notizia del ritrovamento dell’ultima dispersa.
Silvia Mereu, la mamma del piccolo Mattia, il bimbo deceduto nell’alluvione delle Marche del 2022, ha lottato con tutte le sue forze. Ha cercato di tenere il bambino, anche quando erano entrambi sommersi dall’acqua. Ma, purtroppo, non ce l’ha fatta.
La piena del fiume le ha portato via per sempre l’abbraccio di suo figlio. A un anno da quella tragedia, che ha causato molte vittime (l’ultima dispersa è stata riconosciuta solo nei giorni scorsi), la donna ricorda quanto accaduto.
Alcune immagini sono chiarissime e non mi abbandonano mai. Ero in macchina con Mattia, poco dopo le 20, e stavamo andando da Barbara verso San Pietro di Arcevia, dove abita mia madre. Mattia era nel seggiolino sul sedile di fianco a me. Pioveva, ma niente di particolare e mio figlio era persino divertito dalla pioggia. Ogni volta che prendevamo una pozzanghera e si vedevano gli schizzi sul parabrezza sorrideva. Poi, poco prima del ponte, in località Ripalta, sul torrente Fenella, che finisce nel fiume Nevola, è iniziato l’incubo.
La mamma di Mattia scomparso nell’alluvione delle Marche del 2022 ricorda perfettamente quegli attimi
Ho visto davanti a noi una colata di fango scendere verso la strada. Così ho innescato la retromarcia, per tornare indietro, ma in pochi istanti l’acqua sulla strada è salita moltissimo, tanto da far spegnere il motore della nostra macchina. A quel punto eravamo in trappola. L’auto si è sollevata di colpo e ha iniziato a galleggiare, trascinata lungo il torrente. Per due, forse tre, minuti, durante i quali io, purché terrorizzata, cercavo di tranquillizzare Matty, fino a quell’urto pazzesco contro un grosso albero.
Poi l’auto si è capovolta, riempiendosi di acqua. La donna ha preso il figlio e lo ha portato fuori da un finestrino. Poi tutto diventa confuso. Erano sommersi, aggrappati l’uno all’altro. Ma un’ondata lo ha portato via da quell’abbraccio stretto.
Ho fatto di tutto per salvarlo, davvero di tutto, ma quella maledetta acqua me l’ha portato via. Io stessa non so perché sono sopravvissuta. So solo che mi hanno trovata due ore dopo, passate le 22, su un rialzo del terreno a bordo del torrente, dove sono riuscita a salire con le ultime energie.
Hanno ritrovato Mattia solo 8 giorni dopo, a 13 chilometri di distanza dal luogo dove la mamma lo ha visto per l’ultima volta. A distanza di un anno la donna racconta cosa le manca di suo figlio:
Tutto. A cominciare dalla sua gioia per aver iniziato, il giorno prima della tragedia, la terza elementare. Proprio il 15 mattina, dopo le lezioni, aveva raccolto 3 foglie con la maestra nel cortile di scuola, regalandomele. Una l’ho tenuta in casa, una l’ho consegnata al padre e una terza avevo deciso di tenerla in macchina. Ieri (mercoledì, ndr) avrebbe cominciato la quarta, col suo inconfondibile sorriso. Ricordi belli, che si mescolano a quelli della tragedia di quella sera, nella quale è successa una cosa incredibile e del tutto imprevedibile. Nella quale, purtroppo, è mancata completamente la prevenzione, l’allerta. Se qualcuno ci avesse avvertito o, semplicemente, avesse transennato quella strada, impedendoci il passaggio, Matty adesso sarebbe ancora qui con me, in questa casa di San Lorenzo in Campo, dove vivevamo insieme e dove ho deciso di continuare ad abitare, nonostante i ricordi dolorosi, perché questa è la sua, la nostra, casa: