Cosima D’Amato già maltrattata e minacciata in passato dal figlio
Il possibile movente che ha portato Alberto Villani ad uccidere la madre Cosima D'Amato e il difficile passato tra i due
A poco più di 24 ore dalla tragica morta di Cosima D’Amato, carbonizzata nell’incendio appiccato a casa di suo figlio proprio da quest’ultimo, è emerso quale potrebbe essere stato il movente del folle gesto di Alberto Villani. Nel rapporto del fermo è stato citato anche il motivo per cui aveva l’obbligo di allontanamento dalla madre.
Quella che si è consumata nella tarda serata dello scorso martedì a San Michele Salentino è l’ennesima tragedia familiare, come purtroppo se ne verificano sempre di più in Italia.
Intorno alla mezzanotte il 47enne avvertiva le autorità di un incendio divampato nella sua villetta di campagna. Arrivati sul posto, i Vigili del Fuoco si sono messi subito a lavoro per spegnerlo e, durante le operazioni, hanno rinvenuto il corpo ormai carbonizzato di Cosima D’amato, madre del proprietario di casa.
In poco tempo gli inquirenti hanno capito quanto fosse successo. La donna era andata a casa del figlio che, probabilmente a seguito di una lite, l’aveva uccisa. Per coprire il delitto, poi, ha inscenato l’incendio.
Fermato e trasferito alla caserma di San Vito dei Normanni, il sospettato si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Villani non poteva avvicinarsi a Cosima D’Amato
Conosciuto con il soprannome di Peppuccio, Alberto Villani era già noto alle forze dell’ordine, soprattutto per gli atteggiamenti violenti e intimidatori che già in passato aveva avuto con sua madre.
Minacce di morte, aggressioni e maltrattamenti che avevano portato ad un allontanamento ufficiale dell’uomo nei confronti di sua madre. Non poteva recarsi nella casa e nei luoghi frequentati abitualmente da Cosima D’Amato.
Nel rapporto del fermo nei confronti del 47enne, si legge:
La personalità di Villani è connotata da violenza che ha da sempre caratterizzato i suoi rapporti personali e familiari come si evince dai trascorsi giudiziari. La donna era stata già vittima di gravissimi maltrattamenti per sua mano e pesantemente minacciata di morte dal figlio.
Riguardo al movente, come riporta LaPresse, potrebbe essere stato di natura economica.
Cosima era una vedova che andava avanti con una pensione minima. Villani era disoccupato e viveva dei sussidi del comune.
La lite potrebbe essere nata sul discorso di un’eventuale vendita della villetta di proprietà di Villani. La stessa dove è avvenuto il delitto.