L’ultimo viaggio per guardare il mare: Don Danilo Priori è stato trovato senza vita
Don Danilo Priori era malato da tempo, una condizione ereditaria che aveva cambiato la sua vita: il suo ultimo viaggio per vedere il mare
Il suo ultimo desiderio, prima di andare in Paradiso. Un viaggio per guardare il mare, rassegnato al fatto che ormai per lui fosse arrivata la fine. Don Danilo Priori, sacerdote della diocesi de L’Aquila, ha perso la vita a causa di una rara forma di amiloidosi sistemica ereditaria. Aveva solo 53 anni.
Erano circa 10 anni che combatteva con la sua condizione. Sapeva che ormai tutto il suo corpo era compromesso, anche il cuore. Non poteva più nemmeno svolgere la sua funzione di sacerdote e sostenere i suoi amati fedeli. Così, Don Danilo Priori ha scelto di partire per un ultimo viaggio a Isola delle Femmine, in Sicilia. Voleva vedere il mare. Si è spento per sempre dentro la stanza dell’hotel in cui alloggiava. Una notizia che ha scosso l’intera comunità e la sua famiglia. Il sacerdote aveva solo 53 anni.
Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo d’indagine come atto dovuto e disposto un test tossicologico, che come tutti si aspettavano, è risultato negativo. Nessun mistero intorno al decesso del parroco. La salma è già stata restituita ai suoi cari. Sono stati proprio i parenti a raccontare della sua condizione, che per 10 anni ha scosso la sua vita, compromettendo tutto. Il suo corpo e il suo servizio per il Signore.
Questa malattia, contro cui combatteva da 10 anni, nel tempo aveva gravemente compromesso, tra l’altro, anche le sue funzioni cardiache.
I funerali verranno celebrati domani, 5 ottobre, alle ore 10:30, nella chiesa Gesù Maestro a Roma. Nel frattempo sono numerosi i messaggi apparsi sul web, pubblicati da tutti coloro che hanno voluto ricordarlo e salutarlo per l’ultima volta:
Riposa in pace Danilo, ora è tempo di respirare l’aria del Paradiso e dell’Eterna Gioia che tanto hai desiderato: ora è tempo di voltare pagina.
Danilo hai ragione – gli dissi al telefono poco tempo fa – quando dici che l’uomo è per sua natura ingrato verso chi gli fa del bene, ma questa amara ingratitudine, lassù si trasformerà – dicesti – in eterna felicità ed è questa la mia consolazione.