Nico Piras ucciso: il nipote Antonello si è costituito
Nico Piras è morto a seguito del proiettile ricevuto lunedì notte: questa mattina, alla caserma di Lula, si è presentato il nipote 21enne
È arrivata una svolta nel caso dell’omicidio di Nico Piras, l’uomo di 42 anni ucciso con un colpo di pistola esploso a Lula, in provincia di Nuoro, nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Antonello Piras, nipote 21enne della vittima, si è presentato questa mattina nella caserma dei Carabinieri ed ha confessato il delitto, spiegando anche il suo movente.
Un delitto che ha sconvolto completamente la piccola comunità di Lula, in provincia di Nuoro, che ha visto perdere la vita un allevatore 42enne del posto, Nico Piras.
È avvenuto tutto nella notte tra domenica e lunedì scorsi, al termine della festa di paese nota come “Cortes Apertas”. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto l’uomo avere una accesa discussione. Poi, nella calca, qualcuno ha esploso un colpo di arma da fuoco colpendo all’addome proprio Nico.
Trasportato d’urgenza all’ospedale San Francesco di Nuoro, il 42enne si è spento due giorni dopo, martedì, per l’aggravarsi delle ferite all’addome provocate dal proiettile.
Intervenuti sul posto dopo la sparatoria, i Carabinieri hanno iniziato fin da subito le indagini per risalire al responsabile del gesto, che immediatamente aveva fatto perdere le sue tracce.
Si era mosso anche il sindaco di Lula, Mario Calia, che sui social aveva lanciato un appello:
Speriamo che l’autore si costituisca e si assuma le sue responsabilità. Sarebbe un gesto da uomo, anche nei confronti della comunità
Il killer di Nico Piras è suo nipote
Oggi, venerdì 6 ottobre, a quattro giorni dal fatto, Antonello Piras si è presentato al comando dei Carabinieri ed ha ammesso la sua responsabilità.
Si tratta del nipote 21enne di Nico Piras che, assistito dai suoi legali, ha anche spiegato i motivi che l’hanno portato a premere il grilletto.
A detta sua, Nico lo aveva provocato e lui, perdendo il controllo, ha preso la pistola e lo ha colpito.
Tra i due c’erano ruggini di vecchia data, da quando lo stesso Nico venne processato insieme alla moglie per l’omicidio di suo fratello Angelo Maria, il papà di Antonello.
In primo grado Nico e la moglie vennero assolti, poi in secondo grado condannati a 24 anni. La Cassazione aveva poi ordinato un nuovo processo, che si stava svolgendo proprio in questo periodo.