Colpo di scena al processo di Saman Abbas, le parole del fratello sono inutilizzabili
Il testimone chiave del processo di Saman Abbas diventa un imputato: la decisione del giudice per il fratello della 18enne pakistana
Una lunga e articolata ordinanza della Corte D’Assise di Reggio Emilia, ha stabilito che il fratello di Saman Abbas, fin dall’inizio considerato il testimone chiave del caso, doveva essere indagato, anche per far in modo che gli venissero assicurate le dovute garanzie. Tutte le sue dichiarazioni, fatte nei confronti dei familiari accusati del delitto della sorella, sono ora inutilizzabili.
Il ragazzo, all’epoca dei fatti minorenne o oggi maggiorenne, verrà quindi ascoltato non più in veste di testimone, ma in quella di imputato nel processo. La Corte D’Assise di Reggio Emilia ha quindi annullato le dichiarazioni del testimone chiave e ribadito che all’epoca dei fatti, venne ascoltato senza garanzie, nonostante fosse indagato dalla Procura dei minorenni per violenza privata (costringere la sorella a tornare in Pakistan).
Il fratello di Saman Abbas è stato il primo a puntare il dito contro i loro genitori e in particolare contro lo zio Danish, indicandolo come il mandante del delitto. Saman Abbas non voleva accettare il matrimonio combinato, voleva essere libera. Era tornata a casa per riprendere i suoi documenti, dopo che la madre Nazia le aveva promesso di aiutarla. Per l’accusa, la trappola era già stata organizzata. Saman Abbas è scomparsa dopo quell’ultimo ritorno a casa. È stata ritrovata senza vita dopo un anno e mezzo, seppellita vicino ad un vecchio casolare a Novellara, non molto distante dalla casa di famiglia. Per il medico legale, è morta per asfissia meccanica da strozzamento o strangolamento.
La posizione del fratello di Saman Abbas andava approfondita
Per i giudici la posizione del fratello di Saman andava approfondita. Era stato lui a mostrare ai genitori i messaggi tra la sorella e il fidanzato, dai quali sarebbe poi scaturita la lite finale.
Sono cinque i familiari accusati per il delitto di Saman Abbas: lo zio Danish, i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, il padre Shabbar e la madre Nazia. Quest’ultima è l’unica ancora latitante.