Franco Cioni condannato a 6 anni: uccise la moglie Laura Amidei
Dopo aver ucciso sua moglie, Franco Cioni si costituì e spiegò di averlo fatto per non farla più soffrire: riconosciute le attenuanti
La Corte di Assise del Tribunale di Modena, nella giornata di ieri, ha condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione Franco Cioni. Il 74enne, nella notte del 14 aprile del 2021, uccise sua moglie soffocandola con un cuscino. I giudici gli hanno riconosciuto le attenuanti generiche, del risarcimento del danno e dei motivi di particolare valore morale.
Si è concluso quello che è stato un lungo, tortuoso e pieno di sfaccettature processo. Un fatto di cronaca che ha fatto molto parlare e che si è verificato nella notte del 14 aprile del 2021.
Alle prime luci dell’alba di quel giorno, il pensionato allora 73enne Franco Cioni, chiamava i Carabinieri di Vignola, piccolo comune del modenese, dicendo loro di recarsi nella sua abitazione perché aveva ucciso sua moglie, la 67enne Laura Amidei.
Arrivati sul posto i militari hanno trovato il corpo senza vita della donna disteso sul letto in camera e l’uomo, che non ha opposto la minima resistenza al fermo.
Arrestato, Cioni era poi stato condannato in via preliminare ai domiciliari, in attesa del processo.
Nella sua confessione, mai ritrattata, l’uomo spiegava di aver agito per porre fine alle sofferenze della sua consorte.
La donna, infatti, da anni soffriva di una grave malattia che l’aveva costretta a letto e in stato praticamente vegetativo.
La condanna definitiva a Franco Cioni
All’omicidio di Laura Amidei e alla conseguente confessione di Franco Cioni sono seguiti molti dibattiti in Tribunale.
A settembre scorso, anche l’accusa aveva chiesto per l’imputato una pena minima, ma trattandosi di un omicidio aggravato, le attenuanti generiche non avrebbero potuto, in teoria, prevalere sulle stesse aggravanti.
Il 30 ottobre scorso, però, la Corte Costituzionale ha portato all’attenzione un caso simile e sottolineato che ‘ignorare’ le attenuanti sarebbe stato incostituzionale.
Giovedì, in conclusione, la Corte di Assise del Tribunale di Modena, tenendo conto appunto delle attenuanti generiche, del risarcimento del danno e dei motivi di particolare valore morale, ha condannato il 74enne alla pena minima. E cioè a 6 anni e 2 mesi di reclusione.
Simone Bonfante, legale difensore di Franco Cioni, si è detto soddisfatto della sentenza e di come abbia operato la Corte.
Il suo comportamento é sempre stato quello di una persona rispettosa, specchiata, era giusto che venisse tenuto in considerazione. Poi certamente si tratto di un gesto violento.