Giulia Cecchettin: come e dove è stato rinvenuto il suo corpo
Nella zona in cui Filippo ha abbandonato il corpo di Giulia Cecchettin, probabilmente non sarebbe passato nessuno fino a primavera
Una brutalità insensata, quella con cui Filippo Turetta ha ucciso e si è sbarazzato Giulia Cecchettin. Atrocità, testimoniata anche dai racconti di chi ha trovato il corso della 22enne, dilaniato dalle coltellate e gettato in un dirupo di 50 metri, in una zona in cui il traffico e il passaggio di persone è quasi nullo. Il ritrovamento è stato possibile grazie a Jageer, uno straordinario cane della sezione cinofila della Protezione Civile.
Per una settimana, la famiglia e tutti coloro che amavano Giulia Cecchettin, studentessa universitaria di Vigonovo (VE) di soli 22 anni, hanno sperato che la giovane potesse tornare a casa sana e salva. Lo ha sperato tutta Italia.
E invece ciò che tutti sospettavano, perché quello dei brutali femminicidi è purtroppo ormai diventato un copione visto e rivisto, un’abitudine tragica in Italia e non solo, alla fine si è concretizzato ed è stato accertato.
I volontari della Protezione Civile, impegnati insieme a tutti gli altri agenti delle forze dell’ordine, con il supporto di ogni mezzo necessario, hanno rinvenuto il corpo senza vita di Giulia.
Dove e come è stato trovato il corpo di Giulia Cecchettin
Fondamentale per il ritrovamento in realtà non è stato l’uomo, bensì uno straordinario esemplare di flat coated retriever di 4 anni, un cane della sezione cinofila della Protezione Civile, che con il suo olfatto super sviluppato ha messo fine ad una speranza ma anche ad una straziante attesa.
Devastante sapere le modalità e soprattutto il luogo con cui e in cui Filippo Turetta, 22enne ex fidanzato della vittima, si è sbarazzato del suo corpo dopo averlo dilaniato con numerose coltellate al collo, alla schiena e alla testa.
Il corpo è stato trovato alla fine di un dirupo di circa 50 metri, nella zona del lago di Barcis, nella Val Caltea.
Posto meraviglioso e panorami mozzafiato, ma anche luogo remoto. Pensare che l’arteria percorsa dal 22enne il giorno in cui ha compiuto il folle gesto, quella che collega Piancavallo a Barcis, dal 15 novembre viene chiusa al traffico per le condizioni impervie metereologiche e per il rischio di neve e ghiaccio sulla strada.
Ciò significa che, molto probabilmente, nessuno sarebbe passato da quelle parti fino a primavera.
Giulia aveva gli stessi abiti che indossava il giorno della scomparsa e incredibilmente, data l’altissima presenza di animali selvatici nella zona, il suo corpo era completamente integro.
L’autopsia accerterà se Giulia fosse già morta nel momento in cui il suo corpo è stato gettato nella scarpata, oppure se fosse ancora in vita. Il che aprirebbe un altro devastante scenario per la famiglia.