Filippo Turetta, parla il parroco: “I catechisti ne parlavano bene. Ma era molti anni fa”
Tutti ricordano quel ragazzino per bene, aveva lasciato il suo comune per spiccare il volo: le parole del parroco per Filippo Turetta
Filippo Turetta era un bambino con piglio, questo è il ricordo che arriva da Torreglia, il comune in cui il 22enne è cresciuto. A ricordarlo è stato don Franco Marin, parroco del posto.
Ma come ogni bambino, Filippo Turetta è cresciuto e si è costruito la sua vita. Di certo chi lo conosceva mai avrebbe immaginato un tale epilogo.
I catechisti ne parlavano bene, un ragazzino con piglio. Ma era molti anni fa. Filippo la sua infanzia l’ha vissuta qui, come gli altri ragazzini. In una comunità che ama i suoi figli, fino a quando restano nel guscio, li coccola. Ragazzi che poi, cresciuti, spiccano il volo. Così ha fatto Filippo, uscendo da Torreglia. Quelli che erano i suoi educatori, la catechista, ne parlavano bene. Un ragazzino che partecipava, con piglio convinto. Ma parliamo di molti anni fa.
Filippo Turetta detenuto nella prigione di Verona
Filippo Turetta è stato estradato dalla Germania e si trova nel carcere di Verona. Dovrà rispondere del delitto di Giulia Cecchettin, la sua ex fidanzata 22enne. La sua versione dei fatti è attesa da tutti, per quale motivo ha deciso di mettere fine alla vita di una ragazza di cui era innamorato? Non riusciva ad accettare la fine della storia? Non riusciva ad accettare il fatto che stesse per laurearsi e prendere una strada diversa dalla sua?
Il delitto di Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin aveva deciso di interrompere la loro relazione, ma gli era rimasta amica. Lei stessa lo aveva confidato alle sue amiche, come provano diversi messaggi audio. Filippo minacciava di farsi del male e lei provava pena. Aveva paura potesse compiere qualche gesto insano e non avrebbe potuto convivere con quel peso. Così gli ha permesso di rimanere nella sua vita, anche se non riusciva più a sopportare quella situazione. Quel gesto insano alla fine è arrivato, ma Filippo lo ha commesso proprio su di lei. Ha aggredito la sua ex e messo fine alla sua vita con 26 coltellate. Poi ha abbandonato il suo corpo ormai dissanguato in una zona boschiva vicino al lago di Barcis ed è fuggito all’estero. È stato catturato in Germania e riportato in Italia.
Questi giovani sono nel nostro cuore. Giulia per un verso, Filippo per un altro. Dobbiamo stare attenti però a non trovare il capo espiatorio che ci distrae dalle nostre colpe. Non siamo noi colpevoli di femminicidio, ma siamo esposti al rischio che alberghi nel nostro cuore questa mentalità violenta.