Genitore all’arbitro donna di una partita di basket: “Devi fare la fine di Giulia Cecchettin”
Durante una partita di basket del campionato under 17, un genitore ha insultato un arbitro donna di 17 anni augurandole di fare la stessa fine di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio a 22 anni
In provincia di Padova, in un palazzetto dello sport, insulti choc da parte di un genitore all’arbitro donna di una partita di basket. Si stava giocando un match del campionato under 17 e un uomo si è rivolto alla giovanissima giudice di gara con parole che hanno fatto rabbrividire tutti quanti. Lui le ha augurato di fare la stessa fine di Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio a 22 anni a poca distanza da Padova.
Siamo in provincia di Padova. Si sta disputando una partita di basket del campionato under 17. Improvvisamente un genitore dagli spalti ha insultato un arbitro donna di soli 17 anni, che secondo lui favoriva la squadra avversaria. L’insulto a lei rivolto è davvero terrificante.
L’uomo le avrebbe augurato di fare la stessa fine di quella di Vigonovo, con riferimenti al caso di Giulia Cecchettin, la ragazza di 22 anni vittima di femminicidio nelle scorse settimane. Vigonovo è a pochi chilometri di distanza dalla città dove si stava disputando il match di pallacanestro.
Il padre della stessa ragazza e altri genitori presenti sugli spalti non sono rimasti a guardare, ma hanno subito difeso la ragazza, intimando l’uomo di smetterla di aggredirla verbalmente.
Anche la Federazione ha espresso la vicinanza alla direttrice di gara, sottolineando che prenderà provvedimenti in merito e offrendo tutela e protezione, per un caso davvero terrificante e che fa venire i brividi. Un fatto che fa indignare tutti quanti e che non dovrebbe accadere in nessun luogo: si tratta di violenza vera e propria.
Genitore rivolge all’arbitro donna insulti che sono atti di vera e propria violenza verbale
Il fatto è emerso anche grazie alla testimonianza della pagina social, che si occupa proprio di basket.
Un fatto che non deve passare in sordina, perché purtroppo la violenza verbale è sempre troppo presente, anche in luoghi deputati alla socialità e al fair play come quelli dove si disputano gare di sport.