Chi sono i mattonisti, le persone che attaccano Gino Cecchettin sui social
Si chiamano mattonisti e sono una rete di account sui social che ultimamente attaccano Gino Cecchettin e le sue interviste in tv. Ma già in passato sono stati protagonisti di altri attacchi
Si chiamano mattonisti e non sono una novità sui social. Già in passato sono stati protagonisti di un negazionismo che li ha spinti a dire no a molte cose, legate all’attualità più stretta come i vaccini, ad esempio. Oggi hanno deciso di prendere di mira Gino Cecchettin, spesso in tv per parlare del femminicidio della figlia Giulia e della violenza di genere. Chi sono i mattonisti?
Online si moltiplicano a dismisura i post che attaccano Gino Cecchettin, padre di Giulia, scomparsa l’11 novembre scorso e uccisa per mano del suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Dopo la sua lunga intervista del 10 dicembre, a quasi un mese dalla scomparsa di Giulia, a Fabio Fazio a Che tempo che fa, gli attacchi nei suoi confronti sono stati tanti.
Molte persone contestano sia le parole del padre della vittima di femminicidio, sia quelle della sorella Elena, che ha parlato di patriarcato, cultura dello stupro, di un quadro ben più ampio di quello che potrebbe apparire.
Molti di questi attacchi, anche al profilo Twitter legato al padre di Giulia, vengono definiti da un hashtag, #radiosboro. Radiosboro è un gruppo musicale veneto attivo dal 1992, che si dedica a cover in dialetto veneto.
Dietro questo hashtag si nascondono i post contro Gino Cecchettin, che non nascono spontaneamente in seguito a un fatto di cronaca nera che ha scosso il paese. Questi post spesso sono scritti da persone che hanno un’icona di un mattone nel nome. Dietro questi attacchi ci sono i mattonisti.
Chi sono i mattonisti
Dietro questi account di presunti “mattonisti” ci sono nomi finti, immagini di profilo fake, biografie surreali. Hanno pochi follower, dicono di essere già stati bannati dalla piattaforma e tutti postano con l’hashtag #radiosboro.
I loro contenuti sono provocatori e riguardano spesso notizie di cronaca o temi sociali. Si hanno tracce fin dal 2019, con il sostegno a Donald Trump. E hanno continuato poi con post di negazionismo climatico, di estrema destra, no vax, troll e molto altro ancora.