Whitney Quinton, la straziante storia di una mamma che ha abbracciato la figlia nata senza vita
Whitney Quinton ha dovuto prendere la decisione più difficile della sua vita, ma lo ha fatto per amore di quella bambina
Whitney Quinton è una mamma che è stata costretta a dire addio alla bambina che aveva in grembo, ancora prima che avesse la possibilità di conoscere il mondo. La sua commovente storia si è diffusa in tutto il mondo.
Per anni, Whitney Quinton ha combattuto contro diverse malattie, come l’endometriosi e l’adenomiosi. È riuscita a portare a termine una prima gravidanza, accogliendo tra le braccia il primogenito. In seguito ha dovuto affrontare aborti e delusioni, ma non ha mai perso la speranza di regalargli un fratellino. Tre anni dopo si è sottoposta ad un intervento per l’endometriosi ed è riuscita a rimanere di nuovo incinta.
Lei e il marito aspettavano una femminuccia ed erano al settimo cielo, fino a quell’indimenticabile giorno. Durante una visita, hanno scoperto che il cuoricino della loro piccola era nel posto sbagliato. Non aveva un rene e presentava già anomalie a gambe, braccia, mani e piedi.
Il mio cuore si è frantumato. Con poca delicatezza, quel medico mi ha detto che avevo tre settimane di tempo per interrompere la gravidanza, se non ero in grado di sostenere quella situazione. Ho lanciato un urlo talmente forte, che non sapevo nemmeno di esserne capace. Le lacrime mi rigavano il viso. Mio marito continuava a massaggiarmi la schiena mentre anche lui piangeva. Per le due settimane successive siamo stati confusi, abbiamo affrontato test e visite, cercato pareri diversi. Ma tutti dicevano la stessa cosa. Non sarebbe sopravvissuta a lungo dopo la nascita. O avrebbe avuto una qualità di vita bassa.
Whitney ha raccontato di come la notte piangeva e di come si sentiva egoista, perché lei quella bambina la voleva. Ma era giusto condannarla ad una vita del genere? L’avrebbe accettata con tutti i suoi difetti, ma era la cosa giusta per lei?
Come genitore impari che non si tratta di ciò che è meglio per te, ma di ciò che è meglio per lei e di ciò che vorrebbe. Due giorni dopo, io e mio marito abbiamo deciso che nessuno di noi doveva più soffrire. Hanno programmato l’induzione pochi giorni dopo. Avevo la vista offuscata e mi sentivo così male che continuavo a ripetere a Brett quanto lo amavo, nel caso fossi morta. Quando mi sono svegliata c’era un’infermiera. Ruby Jo era nata. Il dottore è venuto a prendere il suo corpo senza vita, di mezzo chilo. Mi sentivo in colpa, ero distrutta.
Una madre devastata che si è aggrappata alle parole del marito, che continuava a ripeterle che la piccola era in Paradiso con la loro famiglia e che non soffriva più.
Mi ha salvato allora e le sue parole continuano a salvarmi ogni giorno mentre combatto i demoni con la decisione più sconvolgente che ho preso nella vita. Un giorno l’abbraccerò e mi ringrazierà per averla sollevata da tutte le sue sofferenze.