Annamaria D’Eliseo: il marito incastrato grazie all’audio delle telecamere

"Lasciami, lasciami", un audio estratto dalle telecamere di sorveglianza del vicinato ha incastrato il marito di Annamaria D'Eliseo

Dopo quasi due anni dal ritrovamento della bidella Annamaria D’Eliseo, le autorità hanno arrestato il marito Aldo Rodolfo Di Nunzio. Nessun gesto estremo, per le autorità si tratta di femminicidio.

arrestato il marito di Annamaria D'Eliseo

Annamaria D’Eliseo non si è tolta la vita, come si era invece creduto inizialmente e come aveva fatto credere lo stesso marito. L’uomo aveva lanciato l’allarme ai soccorsi, dichiarando di averla trovata impiccata in una rimessa della loro abitazione di Lanciano nell’estate del 2022.

Le prove contro il marito di Annamaria D’Eliseo

Un audio in cui si sente il grido disperato della bidella 60enne: “Lasciami, lasciami”. Sarebbe questo l’elemento fondamentale che avrebbe incastrato il marito e che avrebbe convinto il Gip a firmare la convalida d’arresto. La consulenza sui telefoni e sui video delle telecamere di sorveglianza della zona è stata effettuata i primi di gennaio.

arrestato il marito di Annamaria D'Eliseo

L’uomo aveva raccontato di aver trovato la moglie appesa al soffitto, con una scala accanto. Tuttavia, il suo racconto non ha trovato conferme dal’esame autoptico e subito le autorità hanno puntato il dito contro l’ex vigile del fuoco. L’accusa è quella di aver messo fine alla vita della moglie con un filo elettrico intorno al collo e di aver poi inscenato un gesto estremo. La perizia ha stabilito che quel cavo elettrico trovato intorno al collo di Annamaria, non avrebbe potuto reggere il suo peso. Non solo, la bidella non aveva mai mostrato alcun segno di malessere o alcuna intenzione di farla finita.

Continuano le indagini sulla morte di Annamaria D'Eliseo

Gli stessi familiari e gli amici ne sono sempre stati convinti e hanno raccontato che il 71enne era solito comandare la moglie, comportandosi da “padre padrone”. Tuttavia, non era mai stato arrestato per la mancanza di prove certe. Oggi, dopo quasi due anni, gli inquirenti sono riusciti a recuperare un audio dai microfoni di una telecamera del vicinato. Le immagini li hanno ripresi da soli in casa e quel grido d’aiuto, anche se di pochi secondi, sarebbe la prova schiacciante del delitto.

L’ex vigile del fuoco è ora accusato del delitto della moglie e dovrà dare la sua versione dei fatti davanti ai nuovi elementi emersi dalle indagini. Si trova recluso nella prigione di Villa Stanazzo.