Raffaella Ragnoli: in aula gli audio dell’omicidio del marito
Un anno fa, al culmine dell'ennesima lite, Raffaella Ragnoli accoltellava a morte il marito Romano Fagoni: le registrazioni di quella sera
È iniziato nella giornata di martedì, nell’aula del Tribunale di Brescia, il processo per Raffaella Ragnoli, la donna di Nuvolento che circa un anno fa uccise il marito dopo l’ennesima minaccia dell’uomo al figlio 15enne. In aula sono stati riprodotti gli audio agghiaccianti di quella tragica sera.
Era il 28 gennaio del 2023, un anno fa, quando Raffaella Ragnoli, donna di 57 anni residente a Nuvolento, in provincia di Brescia, metteva fine alla vita di suo marito, il 60enne Romano Fagoni.
La donna, al culmine dell’ennesima lite in casa, che si era tramutata in minacce pesanti anche e soprattutto nei confronti del figlio 15enne della coppia, aveva impugnato un coltello da cucina e aveva colpito il consorte decine di volte.
24 lesioni da taglio e 9 da punta, tutte inferte con il coltello da cucina e nella zona del volto, del collo e del torace. Due di essi sono risultati fatali, entrambi inferti al collo.
A chiamare le autorità e richiedere l’intervento dei soccorsi era stato proprio il figlio 15enne, che al telefono disse: “I miei genitori stanno litigando. Noo basta, basta, smettetela. Papà è a terra. Mio padre mi ha minacciato di morte e mamma l’ha accoltellato“.
Gli audio di Raffaella Ragnoli
In seguito ai fatti la donna era stata arrestata e subito aveva confessato il delitto, spiegando di aver agito perché arrivata al culmine della sopportazione di atteggiamenti violenti e minatori che il marito metteva in atto ormai da anni nei confronti di lei e soprattutto di suo figlio.
Continui episodi, che l’avevano portata, già dalle settimane precedenti al delitto, a registrare di nascosto quanto avveniva in casa.
Nel corso del processo, iniziato martedì al Tribunale di Brescia, quelle registrazioni audio sono state riprodotte in aula.
Agghiaccianti quelle dei minuti precedenti e successivi all’accoltellamento. Con Fagoni che aveva impugnato e puntato un coltello alla gola del figlio e Raffaella che gli urlava: “Ecco, di nuovo stai impazzendo, ora mi minacci, fallo, dai, provaci“.
Segue poi la telefonata del figlio alle autorità e successivamente riparte la registrazione, che cattura le parole del figlio: “Mamma che hai fatto, ti scongiuro, che cosa hai fatto, papà si sarebbe calmato“.
La mamma poi gli risponde:
Sono 30 anni che ci minaccia, ti ha puntato il coltello alla gola, ti rendi conto? Ho fatto di tutto per aiutarlo. Non potevo aspettare che ti ammazzasse. Non potevamo vivere così tutti i sabato, ti avrebbe ucciso prima o poi, mi dispiace ma basta, ti ho salvato. La mia non era più una vita. Non potevo nemmeno andare via, mi avrebbe trovata e uccisa
Il ragazzino, costituito parte civile, nel processo aveva però negato di essersi sentito in pericolo.