“Spero solo di non svegliarmi più!” Le prime parole di Alessandro Impagnatiello alla prima udienza
Le prime dichiarazioni di Alessandro Impagnatiello al termine della prima udienza del processo per l'omicidio di Giulia Tramontano
Al termine della prima udienza del processo, Alessandro Impagnatiello, unico accusato del delitto di Giulia Tramontano, ha scelto di fare delle dichiarazioni. In quei secondi, i familiari della 29enne, sono subito usciti dall’aula, perché forse non volevano ascoltarlo.
Per i genitori ed i fratelli della donna, è stato davvero molto difficile stare nella stessa stanza con l’uomo accusato di aver messo fine alla sua vita. La sorella Chiara, ha scelto di guardarlo per tutto il tempo, tranne quando ha parlato.
Alessandro Impagnatiello è arrivato alla Corte d’Assise del Tribunale di Milano, a testa bassa. Aveva la barba incolta, un paio di jeans, un giubbetto blu e delle scarpe da tennis.
Nel momento in cui lo hanno chiuso nella cella dell’aula, si è asciugato le lacrime con un fazzoletto. Ha pianto per diversi minuti. Al termine, ha scelto di prendere la parola e davanti a tutti ha dichiarato:
Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e del bambino. Quel giorno con loro, anche io me ne sono andato. Non chiedo che queste scuse siano accettate, non posso chiedere perdono, chiedo solo che possano essere ascoltate.
Se questa è l’occasione ed il luogo per farlo, porgo le mie scuse. L’unica cosa che faccio è, la sera prima di dormire, sperare di non svegliarmi al mattino dopo.
Le parole dell’avvocato di Alessandro Impagnatiello
In quei secondi, il e la sorella Giulia Tramontano sono usciti dall’aula, all’interno sono rimasti la madre ed il fratello. Giulia Gerardini, l’avvocata del barman, proprio su queste sue scuse, ha detto:
Non si sa spiegare quello che è accaduto, quindi sgomento per quello che è successo. Si sente molto male, era la prima occasione che aveva per parlare con la famiglia.
Ha provato a mettere per iscritto il suo pensiero, ma prima non ci riusciva. Ha dato alla famiglia anche il tempo per vivere il loro dolore.