La solidarietà di Elena Cecchettin alla famiglia di Giulia Tramontano: ha parlato anche dei giornali
La solidarietà sui social di Elena Cecchettin alla famiglia di Giulia Tramontano: si è rivolta anche ai giornali
Nella giornata di venerdì 18 gennaio è iniziato il processo per il delitto di Giulia Tramontano e l’unico imputato è proprio il suo compagno, Alessandro Impagnatiello. Quest’ultimo al termine dell’udienza, ha scelto di prendere la parola, per chiedere scusa di quello che ha fatto.
Elena Cecchettin, sorella della 22enne che ha perso la vita per mano del suo ex fidanzato a novembre, ha scelto di dedicare alcune parole alla famiglia della ragazza. In una storia su Instagram, ha scritto:
La narrativa della violenza di genere deve cambiare. Solidarietà alla famiglia di Giulia Tramontano.
La ragazza inoltre, ha voluto parlare anche della notizia che in molti giornali hanno riportato, che riguardava proprio le parole e le lacrime di Alessandro Impagnatiello. Elena Cecchettin rivolgendosi ai giornali, ha detto:
Immaginate di essere la famiglia di una vittima di femminicidio e, dopo la prima udienza del processo, vedere ogni giornali titolare articoli e prime pagine alle lacrime ed al taglio dei capelli del femminicida.
In più: metà di questi giornali chiamerà il fatto ‘omicidio’ e non femminicidio. Molti di questi titoli non prevedono il nome Giulia Tramontano, ma solo del suo femminicida. Trattano la notizia in maniera irrispettosa e facendo clickbait i casi di femminicidio.
L’inizio del processo per il delitto di Giulia Tramontano
Lo scorso 18 gennaio, in aula era presente tutta la famiglia della 29enne. Hanno scelto di costituirsi parte civile e la prima ad entrare in aula, è stata proprio la sorella minore di Giulia, Chiara.
Quest’ultima sin da subito ha chiesto che venga fatta giustizia, per la sorella, ma anche per il bimbo che portava in grembo. Alessandro Impagnatiello ha messo fine alla sua vita, la sera del 27 maggio dello scorso anno, nella loro abitazione di Senago.
Da un anno infatti il barman portava avanti due relazioni. Quel giorno la 29enne aveva incontrato proprio l’altra ragazza che lui stava frequentando ed insieme erano riuscite a far crollare il suo castello di bugie. Il 30enne però, era da circa 6 mesi che stava cercando di avvelenare la compagna, per provocarle un prematuro decesso, ma anche un aborto spontaneo.