Mirko Tomkow ha tolto la vita al figlio di 10 anni: “Ero ubriaco e mi dava fastidio”, condannato all’ergastolo
Il padre ha ucciso il figlio di soli 10 anni. Per Mirko Tomkow l'ergastolo è definitivo, i suoi legali rinunciano a ricorrere in Cassazione: "Ero ubriaco e mi dava fastidio", queste le motivazioni
Aveva solo 10 anni e suo padre, Mirko Tomkow, gli ha brutalmente tolto la vita. “Ero ubriaco e mi dava fastidio“, questo il commento dell’uomo al terribile gesto compiuto nei confronti del figlio. Gesto che gli è costato l’ergastolo definitivo. I suoi legali hanno infatti rinunciato a ricorrere in Cassazione. La pena per il papà di Cura di Vetralla, in provincia di Viterbo, è definitiva.
Ergastolo definitivo per Mirko Tomkow, l’uomo che ha ucciso il figlio di 10 anni a Cura di Vetralla, in provincia di Viterbo, nel Lazio. I legali dell’uomo hanno rinunciato a riccorrere all’ultimo grado di appello.
Non si andrà davanti ai giudici della Corte di Cassazione. Quindi resta valida la sentenza di cella a vita dello scorso 27 giugno. L’uomo era accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’ex moglie e di omicidio volontario del figlio aggravato da premeditazione per futili motivi.
Mirko Tomkow aveva tolto la vita al figlio di 10 anni, Matias, il 16 novembre del 2021. Lo aveva sorpreso da solo nella casa in cui viveva con la madre. Il 47enne non poteva avvicinarsi all’ex e al figlio e non doveva essere lì.
Era ubriaco: aveva bevuto da solo una bottiglia di vodka. Quando ha visto il figlio, gli ha chiuso naso e bocca con dello scotch. Poi lo ha accoltellato e ha messo il corpo nel contenitore del letto. Lo ha cosparso di benzina e voleva dare fuoco a tutto. Ma ha perso conoscenza.
Ergastolo definitivo per Mirko Tomkow, per l’omicidio del figlio di 10 anni
Sono entrato in casa e non c’era nessuno. Sono entrato con le chiave nascoste fuori. Con un coltello da cucina ho aperto la porta della soffitta. Ho fumato, bevuto e aspettato. Mentre ero lì ho sentito le ruote dello zaino di mio figlio che sbattevano sui gradini e sono sceso. Appena mi ha visto ha urlato di andarmene via. L’ho scaraventato a terra e messo nel lavandino del bagno, mentre Matias continuava a gridare.
Queste le parole dell’uomo in aula, nel ricostruire quanto accaduto:
Era fastidioso, per farlo smettere ho preso lo scotch e glielo ho avvolto sulla faccia. Il coltello l’ho preso alla fine, ma non ricordo.