Poco prima del duplice delitto, Desyrèe aveva ridato l’anello di fidanzamento a Christian Sodano: apparteneva alla mamma morta
Una maglietta e l'anello della madre defunta: cosa è successo nel cortile della villetta tra Desyrèe Amato e Christian Sodano prima del duplice delitto
Emergono nuovi dettagli sul duplice delitto di Cisterna di Latina. Poco prima che Christian Sodano entrasse nella villetta della famiglia Amato con la pistola d’ordinanza, Desyrèe gli aveva ridato una maglietta che aveva lasciato da lei e l’anello di fidanzamento che apparteneva alla madre defunta. Una poliziotta scomparsa nel 2013. Quattro anni fa, Sodano aveva perso anche il papà finanziere.
Proprio dopo la scomparsa del papà, Christian Sodano è entrato a far parte della Guardia di Finanza. Non riusciva ad accettare la fine di quella relazione, durata solo 5 mesi. Aveva già minacciato Desyrèe il giorno precedente, le aveva scritto che avrebbe fatto del male a tutti e che le avrebbe fatto provare il suo stesso dolore. Tuttavia, la 22enne non aveva raccontato a nessuno di quelle parole. Non credeva che lo avrebbe fatto davvero ed era certa di poter gestire la situazione. Oggi si sente in colpa, perché forse avrebbe potuto salvare la madre e la sorella.
Quando Sodano è entrato in casa con la pistola, Nicoletta e Renèe hanno cercato di proteggere Desyrèe, ma il finanziere ha aperto il fuoco contro di loro e poi ha rincorso la sua ex fidanzata. Prima in bagno e poi nella camera della sorella. Proprio in questa stanza, Christian ha poggiato la pistola sul letto, chiedendo a Desyrèe di sparargli, lui non ci riusciva. Ma la giovane ha approfittato di quel momento ed è fuggita all’esterno. Si è nascosta e poi ha raggiunto un benzinaio, dove ha trovato protezione fino all’arrivo delle forze dell’ordine.
Gli aveva ridato l’anello della mamma, un gesto che forse ha scatenato la rabbia del finanziere. Ma gli inquirenti ipotizzano anche la premeditazione, dopo il ritrovamento di alcuni oggetti nello zaino dell’accusato. Guanti, nastro adesivo, sacchi neri, manette e un manganello. Voleva rapire Desyrèe?
Alla domanda degli investigatori, Sodano ha giustificato quegli oggetti con parole poco credibili. Il manganello e le manette sarebbero un ricordo della mamma poliziotta, che porterebbe sempre con se. Gli altri oggetti, invece, si troverebbero sempre nella sua macchina poiché spesso si recherebbe a pesca.
Sodano è accusato di duplice delitto e rischia anche l’accusa del tentato delitto della sua ex e l’aggravante della premeditazione. È recluso nella prigione di Latina, sorvegliato a vista. Si teme possa compiere un gesto estremo. Ha già confessato il suo atroce gesto al momento dell’arresto, tuttavia davanti al Gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali lo definiscono addolorato e distrutto.