Chiara Ferragni a nudo nell’intervista fiume al Corriere: “Non so se farò questo lavoro…”
Al 'Corriere della Sera' Chiara Ferragni ha risposto a molte domande, ha rivelato anche alcune sensazioni che il pubblico non conosceva.
Dopo un lungo silenzio, Chiara Ferragni ha rilasciato un’interessantissima intervista arrivata in seguito alle polemiche legate al “caso Balocco”. L’intervista è comunque precedente alle indiscrezioni sulla separazione avvenuta tra lei e il marito Fedez- Non mancano gli spunti di riflessione che fanno comprendere il momento di crisi in casa Ferragnez.
Nello scambio avvenuto con il ‘Corriere della sera’, l’influencer racconta gli eventi dal 15 dicembre scorso, giorno in cui l’Antitrust ha sanzionato due delle sue società e la Balocco. Si trattava di un’indagine iniziata per verificare la “pratica commerciale scorretta” messa in atto per il pandoro-gate. L’influencer, allora, è rimasta scioccata dalla notizia, praticamente appresa insieme al pubblico. Racconta Chiara Ferragni:
Era venerdì, ho passato anche sabato e domenica chiusa in casa, con addosso la stessa tuta, a leggere i tweet su di me e dire: cosa cavolo sta succedendo?
Chiara Ferragni ha successivamente registrato un video, per alcuni critici orientato al vittimismo, per cercare di dimostrare la buona fede sua e del suo team. Come prevedibile, il video noto a tutti non ha cambiato l’atteggiamento degli haters. L’imprenditrice ha poi deciso di donare un milione di euro ricevuto dalle sue società all’Ospedale Regina Margherita e affrontare le sanzioni con un ricorso al Tar.
Ero scossa e dopo varie prove ho postato il video e facevo del mio meglio per trattenere le lacrime perché non volevo fare la vittima. Mi sono detta: la gente si aspetta qualcosa da me. Dovevo scusarmi, perché, se c’erano stati fraintendimenti, vuol dire che qualcosa poteva essere fatto meglio. Ho detto anche che non avrei fatto mai più operazioni che mischiassero pubblicità e beneficenza.
Parlando dell’errore di comunicazione nel video, Chiara Ferragni riconosce che non era il momento giusto, ma la situazione era diventata in poco tempo già più grande della controversia iniziale. La gogna mediatica è diventata una macchina del fango, ma l’influencer ha evidenziato il supporto che ha ricevuto.
Quando sei dentro una gogna mediatica, ti sembra che tutte le persone ti stiano accusando, invece, basta uscire un attimo di casa per accorgerti che non è così. Infatti, non ho mai incontrato qualcuno che mi dicesse ‘sei una criminale’, ma solo persone che mi dicono: ‘è un’ingiustizia, ne uscirai a testa alta’.
Parlando anche delle attività future di beneficenza, Chiara Ferragni ha affermato di aver compreso che alcuni processi interni potevano essere gestiti meglio. Di sicuro, infatti, l’influencer afferma di dover migliorare diversi aspetto dell’organizzazione. Difende comunque le sue operazioni che combinano aspetti commerciali e di beneficenza, come spesso accade. Ci sono diversi esempi passati con importanti risultati positivi, come durante la pandemia.
Ferragni chiarisce il suo coinvolgimento nei diversi casi che hanno visto un fatturato e un’operazione di marketing segnalata e sotto accusa. Si va dai pandori alle uova di Pasqua:
Queste operazioni rappresentavano una percentuale esigua del nostro fatturato. Non comprendo come si possa ipotizzare un disegno criminoso: se così fosse, la maggior parte del fatturato dovrebbe dipendere da queste attività. Per fortuna, se c’è un effetto positivo di questa vicenda, è che ora abbiamo un Ddl beneficenza o Ddl Ferragni col quale tutto sarà più chiaro. Se ci fosse stato prima, avremmo scritto sul cartiglio ‘Ferragni e Balocco sostengono il Regina Margherita con una donazione di 50 mila euro fatta da Balocco’. Nessuno avrebbe potuto dire niente e ci faceva onore comunque.
Sul suo pubblico e sul suo lavoro, considerate le critiche che la dipingono come “una vetrina”, una professionista dell’effimero, Chiara Ferragni risponde in modo deciso:
Quello che faccio è molto concreto, altro che effimero. Ho un’azienda che produce e vende abbigliamento, calzature, make up, gioielli. Non promuovo solo prodotti altrui. […] Non so se il mio è un lavoro che farò per tutta la vita o se vorrò raccontare la mia vita per sempre. So che mi piace comunicare. A 16 anni, a Cremona, mi facevo l’autoscatto, volevo capirmi attraverso una foto. E c’è sempre stata l’idea di condividere quelle foto col mondo e vedere cosa ne pensava nel bene e nel male.