Giancarlo Magalli rivela un retroscena choc sulla malattia: “Cosa è successo dopo” Lo racconta solo ora
"Dopo 60 anni di militanza mi aspettavo di più. Mica chiedevo il sabato sera di Raiuno", così Giancarlo Magalli al 'Corriere della Sera' in un'intervista fiume.
Intervistato a lungo dal ‘Corriere della Sera’, Giancarlo Magalli ha ripercorso i vari momenti della sua vita e della sua carriera, partendo dall’esperienza scolastica, al collegio del Nazareno. Al quotidiano milanese ha è arrivato a raccontare anche l’incontro che ha segnato una svolta per Magalli, passando poi al suo rapporto con Adriana Volpe e alla trasformazione della sua vita dopo la malattia.
Magalli racconta di come al Nazareno si trovasse in compagnia di Verdone e De Sica, loro invece più giovani di lui di un anno. Racconta il presentatore e autore romano:
Era come entrare in un cinepanettone. Io presentavo gli spettacolini, Carlo imitava perfettamente preside e professori.
Si legge nell’intervista anche dell’iniziale atteggiamento altezzoso di Christian De Sica, arrivando con la Mercedes e l’autista, e delle canzoncine oscene che gli venivano dedicate. Su quei tempi, Giancarlo Magalli rivela che quando l’attore passava da una qualunque situazione mondana, i presenti gli cantavano canzoncine oscene come “De Siiica, De Siiica vaffan…”. La risposta dell’attore era sempre quella di rivolgere agli altri il contenuto appellativo “volgari”.
Quando gli viene chiesto chi sia stata la persona più importante nella sua carriera artistica, Magalli risponde senza esitazioni: “Gianni Boncompagni”, colui che lo aiutò a entrare in radio. Riguardo alle voci sul suo presunto caratteraccio intrattabile, Magalli nega tutto e, anzi, ci tiene a mettere in chiaro tutto sulla sua personalità:
Io cattivo? Mai stato in vita mia. Per una battuta venderei mia madre. Però non ho mai litigato con nessuno, a parte l’innominabile. Lei ci ha campato per un sacco di tempo. Ma l’ho cancellata dalla vita e dalla memoria.
Parlando della delusione con la Rai dopo la malattia, Magalli afferma ricorda come, dopo essere stato male ed essere finalmente ritornato, i programmi prima suoi o potenzialmente suoi, venivano dati ad altri.
Dopo 60 anni di militanza mi aspettavo di più. Mica chiedo il sabato sera di Raiuno, bastava una seconda serata. Ri-lavora Renzo, più vecchio di me, torna pure Chiambretti, i giovani virgulti non funzionano, con certi c’è accanimento terapeutico. La parte sana dell’azienda sono quelli che ci lavorano, artisti e tecnici. Le magagne sono a viale Mazzini, con ‘sti pori dirigenti che cambiano di continuo.
Riguardo al futuro a Sanremo, Magalli respinge l’idea perché la giudica, testualmente, “una trappola mortale”, soprattutto se dopo questi cinque anni di trionfi certificati con Amadeus. “Un punto di share in meno e scriveranno che è stato un flop”, afferma il presentatore. Si sono susseguite tante personalità del mondo dello spettacolo che si sono proposte, lo hanno fatto ed è anche andata male. “Il Festival è come la prima notte di nozze: se vai bene, hai fatto il tuo dovere. Se vai male, te lo rinfaccerà tutta la vita”, rivela Magalli simpaticamente.