Femminicidio Sara Buratin, arrivata la conferma da parte degli inquirenti
Ritrovato il corpo del marito di Sara Buratin, l'uomo avrebbe ucciso a coltellate la moglie il 27 febbraio, ma le condizioni metereologiche avverse non hanno permesso ai Vigili del Fuco di recuperare l'auto del marito dal fiume
La tragica scoperta del corpo di Sara Buratin è avvenuta il 27 febbraio. A ritrovare il cadavere la mamma della quarantunenne. Da quel momento sono partite le ricerche del marito della donna, il sospettato principale di questo atroce di cui si sono perse le tracce. Immediatamente le forze dell’ordine hanno diramato una segnalazione e poco dopo, il suo furgone è stato trovato in un fiume vicino alla cittadina dove viveva con la donna. Le avverse condizioni meteorologiche di questi giorni hanno reso difficile le procedure di estrazione del mezzo.
Solo oggi è stato possibile recuperare il mezzo che al suo interno nascondeva il corpo senza vita del marito di Sara Buratin.
Il giorno 27 febbraio 2024 a Bovolenta, in provincia di Padova, una donna Sara Buratin è stata trovata morta nel cortile di casa. Sul corpo di Sara evidenti le ferite inferte con un’arma da taglio, quasi certamente un coltello rinvenuto sempre nello stesso cortile. Da subito gli investigatori hanno cercato il marito Alberto Pittarello, trentanovenne che lavora come caldaista. I Carabinieri di Padova lo hanno cercato per ore, fino a quando, visto anche il maltempo non si è fatta concreta l’ipotesi che l’uomo sia finito con il suo furgone nelle acque del fiume in piena il Bacchiglione.
Sulla strada antistante al fiume, in località Ca’ Molin, evidenti segni di pneumatici che puntano verso il fiume stesso. I sommozzatori dei Vigili del Fuoco, giunti da Venezia, hanno tentato una prima immersione, ma le condizioni del fiume e del meteo non hanno permesso il completamente delle operazioni di recupero.
Proprio oggi, nel tardo pomeriggio Vigili del Fuoco sono riusciti a recuperare il furgone Nissan rimasto incastrato per due giorni nel fiume. All’interno del veicolo, il corpo senza vita di un uomo identificato in seguito dai familiari come Alberto Pittarello. Ad un primo esame, sul corpo non ci sarebbero segni di colluttazione, ma sarà ovviamente l’autopsia a decretare le cause della morte.