Omicidio di Sara Buratin, la disperazione della madre e della sorella: dichiarato il lutto cittadino per il giorno del funerale
Omicidio di Sara Buratin, la disperazione della madre e della sorella: hanno spiegato la situazione che stava vivendo
Sono giorni di grande strazio e tristezza quelli che stanno vivendo i familiari di Sara Buratin e di Alberto Pittarello. Gli agenti sono riusciti a ritrovare il corpo dell’uomo solo nel pomeriggio di ieri, giovedì 29 febbraio, dopo aver tirato fuori il suo furgone, dal fiume Bacchiglione.
La mamma e la sorella della donna, oggi non riescono proprio a darsi pace. Questo perché sapevano della crisi che stava affrontando la coppia, ma in questi anni non hanno mai notato dei segnali allarmanti, che potessero far pensare ad un epilogo del genere.
Purtroppo a trovare il corpo senza vita della 41enne, è stata proprio sua madre. Alberto l’aveva chiamata pochi minuti prima di entrare in casa e lei sulla situazione che stavano vivendo, ha detto: “Sara stava da me da qualche giorno, ma io non li avevo mai visti litigare.” Quando l’ha vista a terra, la signora ha avuto un malore improvviso, ma è riuscita a chiedere aiuto alle forze dell’ordine.
Gli agenti si sono subito messi sulle tracce del compagno, che risultava essere irreperibile. Dalle prime indagini sul bordo del fiume, in cui non c’è il guard rail, hanno trovato a terra sia il suo telefono acceso ed anche dei segni di pneumatici. Solo nella giornata di ieri, a causa del maltempo che ha colpito tutta la Regione, sono riusciti a tirare fuori il furgone ed a trovare il corpo.
La disperazione della sorella di Sara Buratin
Per gli inquirenti questo ennesimo delitto in cui la vittima è una donna, è premeditato. L’uomo aveva preso il giorno libero da circa una settimana ed aveva anche usato una scusa per incontrarla. La sorella di Sara, intervistata dal quotidiano locale Il Gazzettino, ha detto:
In queste ore stiamo cercando di rimettere insieme i pezzi e proviamo a farlo nonostante sia difficilissimo. Non riusciamo a darci una spiegazione, non riesco io per prima, anche se ci penso, anche se mi sforzo. Nei 17 anni in cui sono stati insieme, Sara non mi ha mai raccontato nulla che facesse pensare ad un epilogo così, nemmeno in confidenza.
Sara era un sole, era mia sorella, certo, ma era un sole per tutti. Piena di energia, sorrisi, voglia di vita. Noi ora dobbiamo solo pensare a come fare ad andare avanti e a come affrontare il dolore. Che non passa. Che cresce ogni minuto. E ogni giorno continuerà ad esserci.