Strage di Erba: cosa ha detto Azouz Marzouk ai giornalisti al suo ingresso in Tribunale
"Sono emozionato per oggi": le parole di Marzouk fuori dal Tribunale in cui oggi potrebbe riaprirsi il processo per la strage di Erba
Al via l’udienza per discutere della richiesta per la revisione della sentenza di Rosa e Olindo, condannati nel 2011 all’ergastolo per la strage di Erba. Presente nell’aula del Tribunale di Brescia anche Azouz Marzouk, che al suo ingresso è stato intercettato dai giornalisti ed ha avuto modo di dire la sua a riguardo.
A 18 anni da quel tremendo 11 dicembre 2006, in cui Raffaella Castagna, Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini vennero brutalmente assassinati in un condominio di Erba, il processo che ha visto condannati definitivamente all’ergastolo, nel maggio del 2011, Rosa Bazzi e Olindo Romano, potrebbe subire una svolta incredibile.
La Corte d’Appello del Tribunale di Brescia, infatti, si riunisce oggi per discutere della richiesta di revisione della sentenza. L’attesa è stata enorme, basti guardare la fila di persone che dalle prime ore del mattino si è formata fuori dal Tribunale e l’enorme mole di giornalisti che ha atteso l’arrivo dei protagonisti di questa drammatica questione, che da sempre attira un’attenzione mediatica sopra la media.
In aula, come già era stato annunciato tempo fa, è presente anche Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime, che non si è mai nascosto nel dire che, secondo lui, giustizia non è stata fatta e che in carcere ci sono due innocenti.
Ai giornalisti ha detto di essere emozionato per oggi e che per lui questa è una rivincita. Si è detto convinto che oggi possa essere fatta finalmente giustizia, al contrario di quanto successo fino ad ora. Nelle poche parole rilasciate alla stampa, l’uomo ha ribadito che inizialmente anche lui era convinto della colpevolezza di Rosa e Olindo, salvo poi cambiare idea già un anno dopo il massacro.
In fine ha concluso parlando anche riferendosi alla pista dello spaccio di droga, argomento trattato molto in questi mesi:
La pista della droga è quella che tutti vogliono far credere, ma mi danneggia visto che mi sto trasferendo in Italia. Credo non sia stata fatta giustizia e ora spetta ai giudici farla.