“C’è stato un errore, cosa ho sbagliato” Chiara Ferragni rompe pubblicamente il silenzio sulla vicenda dei Pandori, le parole rilasciate a Che Tempo Che Fa
Il pandoro-gate ha dato il via al calvario dell'imprenditrice, con il mea culpa di Chiara Ferragni e l'ammissione di un evidente "errore di comunicazione".
Chiara Ferragni, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, ha affrontato una lunga intervista in cui ha toccato diversi argomenti. Molti i passaggi delicati, tra ricordi, video e considerazioni sulla vita professionale e personale dell’influencer. Durante il colloquio in diretta su Nove, Ferragni ha condiviso la sua esperienza con gli hater sul web.
Questi ultimi due mesi e mezzo sono stati piuttosto intensi, ma la mia storia è piccola in confronto alle tragedie globali. Mi sono ritrovata al centro di un’ondata di odio e, nonostante io sia Chiara Ferragni, non ero preparata. Non ero pronta per la violenza di certi attacchi.
Chiara Ferragni ha poi riflettuto sullo spartiacque di questo ultimo periodo di difficoltà, soprattutto quelle relative ai problemi con l’Antitrust. L’autorità l’ha infatti multata per “pratiche commerciali scorrette”, a proposito dell’accostamento del marchio Ferragni ai pandori Balocco. È da qui che è partito il calvario dell’imprenditrice, con il mea culpa e l’ammissione di un evidente “errore di comunicazione”.
Il 15 dicembre del 2023 è stato uno spartiacque per me, il giorno in cui è giunta la sentenza dell’Antitrust. Fino a quel momento ero convinta di aver sempre condotto operazioni commerciali corrette.
L’influencer resta dell’opinione che la beneficenza debba essere fatta, a volte, anche pubblicamente per cercare di attirare l’attenzione e provocare un “processo di emulazione” positiva. Chiara Ferragni afferma di averla praticata sia privatamente che pubblicamente. Il riferimento va a quando ha devoluto il suo intero compenso del Festival di Sanremo 2023. Ferragni sulle operazioni commerciali, sulla filantropia esemplare negli ultimi anni e sulla corsa ai ripari, ammette:
Ovviamente, se ci sono stati fraintendimenti, significa che si poteva gestire meglio. […] Ero terrorizzata dal pensiero di non riuscire a dimostrare la mia buona fede. Nel momento in cui ho realizzato quel video, ero truccata, nonostante alcuni abbiano sostenuto il contrario. Naturalmente, con il senno di poi, avrei dovuto separare le operazioni commerciali dalla beneficenza. Voglio dimostrare la mia buona fede. Nei social media, condivido molto ma non tutto. In ciò che pubblico, resto autentica.