Caryl Menghetti scrive ai familiari del marito ucciso: “Prendetevi cura di lei”
Ai cognati, Caryl Menghetti chiede di prendersi cura della sua bimba: la lettera della 45enne di Martinengo
Caryl Menghetti, la donna che lo scorso 25 gennaio ha ucciso il marito Diego Rota nella loro casa coniugale a Martinengo, nel bergamasco, ha scritto una lettera ai familiari dell’uomo. In particolare ai suoi cognati, a cui chiede loro di prendersi cura della sua bambina. A riportare le parole della 45enne, Il Corriere della Sera.
Una vicenda drammatica è quella avvenuta lo scorso 25 gennaio a Martinengo, nel bergamasco. Caryl Menghetti, una donna di 45 anni con gravi problemi di natura psichiatrica, ha ucciso il marito Diego Rota all’interno della loro casa. Una furia incontrollabile quella della donna, cha ha colpito l’uomo con oltre 20 coltellate.
Nei giorni e nelle settimane a seguire sono emersi i dettagli di quella che è stata a tutti gli effetti una tragedia immane. La 45enne aveva iniziato ad avere problemi subito dopo la gravidanza, al termine della quale era nata la sua bambina, che era presente in casa la notte in cui si è materializzato il dramma.
Quella bimba, che oggi ha 5 anni, attualmente è stata affidata ai nonni materni, ma a quanto pare è già partito l’iter che porterà all’affidamento alla zia Vanessa, sorella di Diego Rota, che già attualmente ha la possibilità di vederla durante la settimana e a week end alterni.
Proprio a Vanessa, all’altro fratello di Diego e la moglie, Caryl ha scritto una lettera dalla rems di Torino in cui si trova attualmente, chiedendo in pratica di prendersi cura della sua bimba. A riportare un estratto di questa lettera è stato Il Corriere della Sera.
Cari Vanessa, Angelo, Evi e tutti i famigliari, è successa questa grossa cosa. Nemmeno io posso, riesco a dare una spiegazione. Un giorno, se vi andrà di vedermi, ne potremmo parlare uno davanti agli altri. (…) Se almeno a lei volete ancora bene sappiate che mai impedirò di farvela vedere. Mi sono sempre fidata di voi e vi voglio tuttora bene anche se capisco l’odio nei miei confronti. La nipote è anche vostra e sapete perfino preferisco che lei stia con voi. Dovessi mancare anch’io, vorrei restasse sotto la vostra tutela. Se la vorrete, chiederò come fare.
Seguiranno aggiornamenti su questa drammatica vicenda.