Truffa dei conti correnti di Poste Italiane: in molti se ne stanno accorgendo solo ora
Le vittime non si sono accorte subito della truffa portata avanti nei loro conti correnti di Poste Italiane. Ecco cosa hanno scoperto in seguito
Per tanto tempo nessun correntista si è accorto di nulla. Solamente dopo un po’ qualcuno si è reso conto di quello che stava succedendo. La truffa dei conti correnti di Poste Italiane ha lasciato senza parole e in lacrime tantissimi italiani che si erano affidati proprio agli uffici postali per conservare i propri risparmi. Un’amara sorpresa quella che si sono ritrovati e nessuno sa il perché.
I colpi che hanno arricchito una vera e propria banda di truffatori sarebbero stati messi a segno tanto tempo fa, indicativamente tra il 2016 e il 2019. La truffa internazionale 2.0, come è stata ribattezzata da chi indaga, è stata scoperta per caso.
Un’azienda ligure che opera nel settore alimentare ha presentato una regolare denuncia alla Polizia Postale di Genova. Da lì sono partite delle indagini che non hanno solo scoperto che erano tanti i correntisti truffati. Hanno anche identificato una vera e propria cellula criminale internazionale.
La Procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati 48 persone, che per anni avrebbero svuotato i conti correnti di alcuni utenti di Poste Italiane. Nei guai sono finiti non solo degli italiani, ma anche degli albanesi e dei romeni, in quello che è un vasto sistema di frodi bancarie e postali.
Cosa succedeva ai conti correnti dei malcapitati? Venivano completamente prosciugati o alleggeriti, ma era impossibile accorgersene subito. Tutto era coordinato da una base operativa, che coordinava quattro cellule collegate.
Come funzionava la truffa dei conti correnti di Poste Italiane?
Secondo le indagini, che da Castel Volturno hanno portato anche in Spagna, i capi di ogni gruppo trovavano i dealer delle compagnie telefoniche compiacenti e i money mules, che dovevano ritirare il denaro. La banda accedeva in modo illecito nei sistemi informatici degli istituti di credito. Disponevano bonifici dai conti dei truffati, verso coordinate bancarie amiche. Una truffa ben congegnata.
Prima rubavano dati, documenti e codici del conto da depredare. Poi isolavano la rete telefonica dell’utenza intestata alla vittima ed effettuavano il trasferimento su una nuova Sim attivata in un punto vendita, sul quale arrivavano i codici dei dispositivi di sicurezza del conto. I soldi inviati tramite bonifico venivano poi ritirati. Un correntista di Sorrento ha perso così 61mila euro, ma casi simili si sono visti in tutta Italia.