“Vivi per miracolo” Suviana, gli attimi prima dell’esplosione vissuti da una scolaresca: “Cosa è successo”
Tragedia sfiorata per una scolaresca in visita alla centrale idroelettrica sul lago di Suviana
Questo è il periodo delle gite scolastiche. Tra aprile e maggio milioni di studenti delle scuole di ogni ordine e grado si muovono per ammirare le bellezze architettoniche e artistiche del nostro paese o per visitare impianti di interesse specialistico.
La scuola media di Vignola era in trasferta per visitare la centrale idroelettrica per le competenze tecnologiche presso il lago di Suviana. Mentre stavano facendo merenda all’aperto i 60 ragazzi che partecipavano alla gita hanno avvertito un forte odore di bruciato e hanno subito allertato i docenti. Gli insegnanti hanno tempestivamente fatto spostare gli studenti e hanno anticipato di mezz’ora lo spostamento alla successiva tappa in programma, Rocchetta Mattei.
Poco dopo l’esplosione, i ragazzi e gli insegnanti hanno sentito in lontananza al sicuro dentro il pullman e hanno visto arrivare i primi mezzi di soccorso. In quel momento tutti hanno tirato un forte sospiro di sollievo per la tragedia sfiorata. La preside dell’Istituto Brunella Maria Maugeri, appresa la notizia intorno alle 16,30, ha immediatamente contattato i docenti per accertare le condizioni di salute dei suoi allievi. In un intervista a Mattino 5 news ha dichiarato lo sgomento che ha provato appena ha appreso la notizia e l’immediato sollievo dovuto alla salvezza dei suoi ragazzi.
Ancora da accertare le cause del guasto e gli inquirenti stanno indagando sulle possibili cause. Purtroppo l’incidente ha causato diversi feriti e tre morti accertati. I soccorritori e i vigli del fuoco sono ancora al lavoro tra le macerie perché ancora quattro sono i dispersi. Le operazioni di salvataggio sono difficoltose a causa del livello dell’acqua e dei danni strutturali subiti dalla centrale. Proprio domani ci sarà lo sciopero generale indetto dalle associazioni di categorie per mettere un freno alle numerose sciagure sul lavoro.
Per fortuna per i 60 adolescenti sarà soltanto una storia di paura con un lieto fine.
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