È morto Franco Di Mare, il giornalista aveva annunciato la malattia qualche settimana fa
Recentemente, Franco Di Mare aveva parlato apertamente della sua lotta contro il cancro, durante la diretta a "Che Tempo Che Fa".
Se n’è andato il giornalista Franco Di Mare, recentemente apparso in televisione per una lunga intervista in cui aveva anche tracciato i contorni di un rapporto deterioratosi con la Rai.
“Circondato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari, oggi a Roma si è spento il giornalista Franco Di Mare. Seguiranno comunicazioni per le esequie”, ha annunciato la famiglia in una nota. L’ultima apparizione pubblica del giornalista si ritrova durante una puntata di “Che Tempo Che Fa,” dove era in collegamento da casa con Fabio Fazio.
In quell’occasione, ricorderete, Di Mare aveva rivelato al pubblico di essere affetto da un mesotelioma. Franco Di Mare, nato nel 1955, aveva iniziato la sua carriera a Napoli prima di diventare inviato e direttore di rete in Rai. In questa grande azienda, il giornalista ha lavorato per tutta la sua carriera.
Recentemente, aveva parlato apertamente della sua lotta contro il cancro, in particolare durante la diretta televisiva a “Che Tempo Che Fa” sul Nove, dove aveva descritto le difficoltà legate alla malattia e il suo stato di salute precario.
“Ho avuto una vita meravigliosa e i miei ricordi sono pieni di vita. Mi dispiace scoprirlo solo ora, ma non è troppo tardi, il mio arbitro non ha ancora fischiato,” aveva dichiarato Franco Di Mare in diretta, collegato da casa e assistito da un respiratore. Visibilmente affaticato, si sentiva chiaramente dal suo modo – evidentemente ostacolato – di parlare che il giornalista stava lottando con un male davvero insidioso, forse il peggiore di tutti.
Nella stessa intervista, come accennavamo, aveva espresso critiche nei confronti della sua ex azienda: “Tutta la Rai, tutti i gruppi dirigenti sono scomparsi. Capisco le ragioni sindacali e legali, io chiedevo lo stato di servizio, l’elenco dei posti dove sono stato per capire cosa si potrebbe fare. Non riesco a comprendere l’assenza sul piano umano, persone con cui avevo un rapporto stretto che ora si negano al telefono. Trovo un solo aggettivo: è ripugnante”.