Tragedia del Natisone, il papà di una delle vittime protagonista di un gesto che spezza il cuore: cosa ha fatto per sua figlia
L'uomo, insieme a numerosi familiari, si è reso protagonista di un gesto che spezza il cuore
Non possiamo immaginare cosa ci sia nella testa del padre dei ragazzi che sono stati portati via dalla piena del fiume Natisone pochi giorni fa, il 31 maggio. “Niente può guarire il mio dolore”, afferma il papà di Patrizia, rimasta abbracciata agli altri due ragazzi quel doloroso giorno, prima di cedere alla forza dell’acqua.
A riportare le parole del padre di Patrizia Cormos è il ‘Messaggero Veneto’ che lo ha intervistato brevemente. Ma è un dolore che non sparirà mai, anche per come è arrivata la tragica morte della sua giovanissima figlia.
Patrizia, infatti, era una giovane di 20 anni, aveva una vita davanti ma è stata travolta e uccisa dalla piena del fiume Natisone, un evento improvviso e disastroso in un Friuli Venezia Giulia attanagliato da un “ingannevole” e altalenante maltempo.
L’uomo, insieme a numerosi familiari, ha osservato, forse ancora incredulo, la riva del torrente per oltre 48 ore le ricerche della figlia. “Sono rimasto qui perché non volevo che la mia bambina si sentisse abbandonata”, ha detto tra le lacrime dopo aver appreso del ritrovamento del corpo.
Un breve periodo di bel tempo, lunedì 3 giugno, ha visto il ritorno delle condizioni meteorologiche avverse nei pressi del Natisone. Il flusso del fiume, infatti, è aumentato, e le acque, limpide la domenica precedente, sono diventate torbide. Questi fattori stanno complicando le ricerche del corpo di Cristian Casian Molnar.
“Quarto giorno di ricerche, siamo tutti qui, non molliamo, porteremo a casa Cristian”, ha scritto il sindaco di Premariacco, Michele De Sabata, in un messaggio. I due corpi sono stati ritrovati a circa 700 metri e a un chilometro dal luogo dell’ultimo avvistamento. In quell’occasione l’ultimo drammatico abbraccio per resistere alla piena del fiume, non lontano dal ponte Romano.
Secondo gli esperti, è probabile che i giovani siano morti poco dopo il loro passaggio sotto il ponte. La prima causa, forse, proprio la forza della corrente e la bassa temperatura dell’acqua.