Perde la vita a 22 per un tiramisù non vegano: cosa succederà ora ai produttori del dolce, la rabbia dei familiari
Anna Bellisario era venuta a mancare nel 2023 per aver mangiato un tiramisù spacciato per vegano, quando non lo era. I produttori patteggiano e pagano solo 10mila euro
Il caso aveva fatto discutere, per un dolce spacciato per quello che non era che è costato caro a una 22enne affetta da diverse allergie. Anna Bellisario perde la vita proprio per un tiramisù non vegano, che era venduto come tale. Lei si era fidata, perché era allergica al lattosio e alle uova. Dentro, però, c’era del mascarpone. I produttori di questo dessert hanno patteggiato e dovranno pagare una cifra irrisoria.
Anna Bellisario era uscita a mangiare fuori con il fidanzato in un locale di Milano, dove servivano anche cibo vegano. Era il febbraio del 2023. Aveva ordinato come dessert il Tiramisum, un tiramisù che doveva essere vegano. Quindi non contenere alcun alimento di origine animale.
La giovane 22enne, infatti, era gravemente allergica al lattosio e meno alle uova. Si era fidata di quel prodotto che però le ha causato uno shock anafilattico che l’ha condotta a morte dopo qualche giorno di ricovero in ospedale.
Secondo le indagini del pm Luca Gaglio e dell’aggiunto Tiziana Siciliano, la giovane ha perso la vita il 5 febbraio dell’anno scorso, dopo 10 giorni di coma, a causa dello choc anafilattico provocato da quel dessert.
Come è emerso dalle indagini, infatti, nell’azienda produttrice si preparavano i dolci “vegani e non vegani nello stesso ambiente, in contemporanea sullo stesso tavolo“. C’era, dunque, una forte contaminazione tra preparati di origine animale con ingredienti di origine vegetale.
Anna Bellisario perde la vita per un tiramisù non vegano che era contaminato
Giuseppe Loiero e la madre Giovanna Anoia, rispettivamente legale rappresentante e responsabile delle linee produttive della marca del dolce, sono stati accusati in concorso di omicidio colposo.
I due hanno patteggiato a un anno, con una pena che è stata convertita in sanzione pecuniaria pari a 10mila euro ciascuno. Il gup Cristian Mariani ha accolto il patteggiamento, revocando la misura interdittiva perché c’è stato un pieno risarcimento delle parti civili. La società adesso sarebbe in regola con tutti gli adempimenti di legge.