La furia di Filippo Turetta e la sua confessione davanti al pm sul delitto di Giulia Cecchettin
Il verbale della confessione di Filippo Turetta davanti al pm di Venezia: il racconto inedito dell'omicidio di Giulia Cecchettin
Durante l’ultima puntata di Quarto Grado, andata in onda nella serata di venerdì 21 giugno, hanno mandato in onda il verbale inedito della confessione di Filippo Turetta. Il ragazzo di 22 anni che ha messo fine alla vita della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin.
Era la sera dell’11 novembre dello scorso anno quando il la giovane ha perso la vita. Dall’autopsia è emerso appunto che il suo ex fidanzato le ha inferto circa 75 fendenti. Dopo una fuga durata circa 7 giorni, lo hanno arrestato in Germania. Così davanti al pm di Venezia Andrea Petroni, lui ha detto:
Volevo darle un regalo, una scimmietta mostriciattolo. Con me avevo uno zainetto che conteneva altri regali: un’altra scimmietta di peluche, una lampada piccolina, un libretto di illustrazioni per bambini. Lei si è rifiutata di prenderlo, abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, che ero troppo appiccicoso con lei. Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava ‘sentendo’ con un altro ragazzo.
Con queste parole il 22enne ha iniziato a raccontare come è iniziata tra loro la discussione. Ha spiegato che lui si è arrabbiato per la reazione di Giulia ai suoi regali. Infatti ha iniziato ad urlare e l’ha anche minacciata che lui si sarebbe tolto la vita. Tuttavia, la ragazza di Vigonovo non ne voleva affatto sapere di tornare con lui.
Come Filippo Turetta ha messo fine alla vita di Giulia Cecchettin
Ho urlato che non era giusto, che avevo ancora bisogno di lei. Ero molto arrabbiato. Lei è scesa urlando, prima di scendere anche io dall’auto, ho preso un coltello dalla tasca dello sportello. L’ho rincorsa, l’ho presa un braccio. Lei urlava ‘aiuto’ ed è caduta. Mi sono abbassata su di lei, le ho dato un colpo sul braccio, mi pare di ricordare che il coltello si sia rotto subito. L’ho presa alle spalle mentre lei era a terra. Lei resisteva, ha sbattuto la testa, l’ho ricaricata sul sedile posteriore.
A questo punto Filippo Turetta ha iniziato a raccontare di come ha scelto di portare Giulia nella zona industriale di Fossò, essendo un luogo più isolato. Inoltre, ha raccontato anche di quello che la giovane gli diceva durante il tragitto, con la speranza di farlo riflettere, inutilmente. Ha detto: “Lei ha iniziato a dirmi: ‘Cosa stai facendo? Sei pazzo'”
Il 22enne ha raccontato che mentre la ragazza era sedile nel sedile posteriore dell’auto si dimenava, cercava di farlo riflettere. Per questo lui in un primo momento ha cercato di tenerla ferma con un braccio e poi le ha chiuso la bocca con dello scotch. Sulla fuga di Giulia, ha detto:
Non so come è scesa dalla macchina e ha iniziato a correre, anch’io sono sceso. Non so se l’ho spinta p è inciampata. Continuava a chiedere aiuto. Le ho dato non so, 10, 11, 12 con il coltello. Volevo colpirla alle spalle, alla testa, al collo, sulla faccia e poi sulle braccia. Mi ricordo che era rivolta all’insù, verso di me. Mi ricordo che si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo. L’ultimo colpo era sull’occhio. Era come se non ci fosse più. L’ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti.
A questo punto il ragazzo nella notte ha abbandonato il corpo ormai senza vita della 22enne, nella zona boschiva vicino al lago di Barcis ed ha iniziato la sua fuga. In quei sette giorni ha spiegato che voleva togliersi la vita, ma quando ha acceso il telefono, ha scoperto che i suoi genitori speravano di trovarlo ancora vivo. Di conseguenza non è riuscito nel suo obiettivo.