“Ho pensato che se avessi bevuto Sambuca..” La lunga lettera di Filippo Turetta fa emergere dettagli ancora più inquietanti

La lettera ai genitori di Filippo Turetta è una lunga confessione con tutti i dettagli di quella tragica notte e le indicazioni per ritrovare il cadavere di Giulia: voleva suicidarsi subito dopo.

Il caso del femminicidio di Giulia Cecchettin, 23 anni uccisa con 75 coltellate, continua a sconvolgere l’opinione pubblica. Filippo Turetta, assassino confesso della giovane aveva messo tutto nero su bianco in un foglio bianco A4. Lo aveva abbandonato all’interno della Fiat Punto nera, insieme all’occorrente per togliersi la vita. Il ritrovamento della lettera scritta dal giovane ha sollevato ulteriori interrogativi su quello che, ormai è evidente, era un piano di omicidio premeditato.

Le sue parole spiegano con precisione dove trovare il corpo della giovane e indicano ai genitori la sua intenzione di suicidarsi dopo aver commesso il crimine.

“Nella lettera ho scritto che ero colpevole, ho detto dove si trovava il corpo, il luogo, ho scritto ai miei genitori. In auto potrebbero esserci anche un sacchetto che ho usato per provare a suicidarmi, il coltello e le sigarette: ho pensato che se avessi fumato e bevuto Sambuca, sarebbe stato più facile suicidarmi”.
Giulia Cecchetin
La lettera ritrovata nell’auto di Filippo Turetta è una completa confessione: indica il luogo dove era il cadavere e l’intenzione di suicidarsi

Anche la fuga era stata ben architettata. Nell’auto c’era tutto l’occorrente per il terribile gesto, abilmente camuffato da oggetti per i preparativi per la festa di laurea di Giulia. Il suo piano di autoeliminazione non sarà portato a termine: Filippo sarà arrestato in Germania a novembre, pochi giorni dopo l’omicidio.

L’interrogatorio del 1 dicembre ha rivelato altri dettagli inquietanti sulla personalità di Turetta e sulla dinamica della sua relazione con la vittima. Il ragazzo non poteva accettare la fine della loro storia e continuava a inviare messaggi all’ex fidanzata nonostante la fine della loro relazione. Giulia era esausta e tormentata dalle attenzioni opprimenti di Turetta, tanto da confidare alle amiche di non sapere come liberarsene. Anche la sorella era molto protettiva e non vedeva di buon occhio Filippo.

giulia Cecchetin

Oltre alla premeditazione, alla crudeltà dell’omicidio, all’occultamento di cadavere, per cui rischia l’ergastolo, la Procura di Venezia ha contestato a Turetta anche il reato di stalking nei confronti di Giulia, evidenziando un comportamento pervasivo e ossessivo.

Femminicidio

La storia di Giulia Cecchettin è diventata simbolo delle troppe donne che ogni giorno perdono la vita a causa della violenza maschile.

Leggi anche: Giulia Cecchettin e la rabbia dello zio dopo la confessione venuta fuori di Filippo Turetta