17enne ucciso in un parco a Pescara, il fratello di uno degli indagati rompe il silenzio: le dichiarazioni rilasciate
Parla il fratello di uno dei due ragazzi indagati per l'omicidio di Thomas Luciani
Dopo il terribile omicidio di Thomas Luciani, avvenuto a Pescara la notte tra domenica e lunedì 24 giugno, due giovani sono stati arrestati. Il fratello dei uno dei due indagati parla al TG1 e spiega la sua posizione in merito alla vicenda.
L’aggressione ai danni di Thomas Christopher Luciani è avvenuto all’interno di un parco dove il giovane è stato ferito mortalmente con un coltello. In base alle indagini condotte dalle forze dell’ordine, il movente che si nasconde dietro tale gesto sarebbe legato ad un debito. Thomas è stato ucciso per 250€ di debito. I due coetanei che si trovano in stato di fermo per questo atroce gesto provengono da due famiglie della Pescara “bene”. Uno è figlio di un maresciallo dei Carabinieri, mentre l’altro è figlio di una nota avvocatessa.
Il fratello di uno dei due indagati è stato intervistato dal TG1 ed ha espresso il suo punto di vista in merito a questa terribile vicenda.
“È pur sempre mio fratello, gli vorrò sempre bene però paghi per quello che ha fatto. Ha bisogno di fare gli anni negli istituti dove può essere aiutato. Non chiediamo sconti, crediamo nella giustizia.”
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Il giovane sa che il fratello dovrà pagare per quello che ha fatto e si rattrista soprattutto per Thomas e la sua famiglia che è distrutta dal dolore.
“Ora devo fare i conti con la ferocia e l’indifferenza di cui parlano le indagini. Io ho pianto per Thomas, a me e alla mia famiglia dispiace innanzitutto per Thomas perché lui non c’è più. Da domenica sto vivendo l’inferno. Mio fratello è accusato di questo massacro e se ha sbagliato dovrà pagare.”
Le indagini della Polizia hanno rapidamente portato al fermo di questi due giovani. Di fondamentale importanza è risultata la testimonianza di un giovane che ha assistito alla scena. Sembra che i due indagati abbiano infierito su Thomas mentre giaceva agonizzante in terra. Dopo l’aggressione si sarebbero recati insieme a degli amici al mare per fare un bagno. La persona che ha presentato la sua testimonianza ha capito che la situazione era molto grave ed ha deciso di avvisare le forze dell’ordine.
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Una vicenda davvero tragica che fa emergere una situazione di estrema violenza giovanile. Ragazzi capaci di aggredire un coetaneo e lasciarlo, nascosto tra i cespugli, esanime. Nei prossimi giorni le indagini e gli interrogatori proseguiranno per far luce sull’intera vicenda.