Naufragio di Ponticello, individuati altri due corpi e identificati i primi due
Nel frattempo, proseguono le ricerche dei due dispersi, a questo punto gli ultimi dei sei totali che non si era riusciti a trovare nell'immediato
Due corpi tra i sei dispersi sono stati recuperati, quindi estratti dall’acqua dove erano rimasti intrappolati, portati giù dallo scafo della Bayesan. In questi ultimi minuti, inoltre, anche altri due dispersi sono stati individuati dai sommozzatori all’interno del relitto.
La barca a vela è affondata lunedì, nelle primissime ore della mattina, al largo di Porticello (Palermo). I due cadaveri ritrovati all’interno dell’imbarcazione, per quanto è dato sapere al momento, apparterrebbero a due uomini.
I due cadaveri trasportati a riva da una motovedetta dei vigili del fuoco e una della guardia costiera. Si trovano attualmente nell’area predisposta per le operazioni di identificazione, dove sono presenti i magistrati della procura di Termini Imerese.
Gli altri due corpi individuati si trovano ancora a bordo del veliero, intrappolati come lo erano gli altri dispersi, all’interno dello scafo, tra le cabine e gli ambienti dello yacht di lusso. Nel frattempo, proseguono le ricerche dei due dispersi, a questo punto gli ultimi dei sei totali che non si era riusciti a trovare nell’immediato. L’obiettivo principale resta quello di raggiungere le cabine, sebbene diversi ingressi siano bloccati.
Le difficoltà dei soccorsi sono acuite dalla profondità alla quale si trova il veliero e dalla sua posizione inclinata sulla fiancata di dritta. Tra i dispersi figuravano, in attesa del riconoscimento, il magnate britannico Mike Lynch e sua figlia Hannah, il presidente di Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, l’avvocato Chris Morvillo e sua moglie Nada.
Secondo Federico Pavan, studente dell’Università di Venezia che coordina la raccolta dei report sui danni da temporali in Italia, non è ancora chiaro se il naufragio di Porticello sia stato causato da un tornado, ovvero una colonna d’aria associata a un cumulonembo, o da un downburst, cioè forti raffiche di vento lineari che hanno a che fare con un temporale.
Le riprese delle telecamere di sorveglianza, le immagini satellitari e le testimonianze dei media supportano entrambe le ipotesi. Alcuni testimoni che parlano di una “tromba marina” e video che mostrano raffiche di vento molto intense. Nicola Carlon, cofondatore di Pretemp e meteorologo, sottolinea che in Sicilia i danni causati da tornado sono “più frequenti rispetto al resto d’Italia”. Si parla di una percentuale del 27% sul totale dei danni da vento. Sull’isola, inoltre, si verificano in media “38 trombe marine all’anno”.