Chi è Moussa Sangare, l’assassino di Sharon Verzeni

Sangare ha anche ammesso di aver minacciato due ragazzi con un coltello prima di imbattersi in Sharon Verzeni.

Prima di colpire Sharon Verzeni, Moussa Sangare, l’uomo di 31 anni che ha confessato di essere l’autore dell’attacco spietato alla donna, aveva già aggredito precedentemente. Si trattava di due adolescenti. È un profilo complesso quello che emerge ogni ora in più che passa dall’arresto dell’assassino.

Moussa Sangare, disoccupato, vive a Suisio, un piccolo comune nella provincia di Bergamo, a soli cinque chilometri da Terno d’Isola, luogo del delitto. L’uomo è nato a Milano da una famiglia di origine africana, è cittadino italiano, diversamente da quanto stia girando erroneamente su alcuni siti di informazione.

In passato, era stato denunciato per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella, per questo motivo l’uomo era dovuto andare a vivere da solo. Si è pensato che dovesse soffrire di problemi psichici, ma nessuna diagnosi ha mai confermato questa ipotesi. Ci sono prove schiaccianti contro di lui, con un importante rischio di recidiva, oltre che di occultamento delle prove e di fuga.

Durante l’interrogatorio, Sangare ha confessato di aver uccis Sharon Verzeni senza un motivo preciso, dicendo: “È stato un raptus improvviso. Non so spiegare cosa mi sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”. La procuratrice aggiunta di Bergamo, Maria Cristina Rota, ha confermato in conferenza stampa che l’uomo ha reso una confessione completa.

Sangare ha anche ammesso di aver minacciato due ragazzi con un coltello prima di imbattersi in Sharon Verzeni. “Voglio fare un appello ai due giovani di 15-16 anni […] Erano presenti sulla scena del crimine, ma non si sono ancora fatti avanti. Li invito a presentarsi presso una caserma per confermare quanto è stato già acquisito» ha dichiarato la procuratrice Rota. In effetti, sarebbe molto utile e importante avere anche il loro contributo, assente fino ad oggi, per un mese, per confermare l’identikit dell’assassino di Sharon Verzeni.

Quella notte, il 29 luglio, poco prima di mezzanotte, le telecamere di via Castegnate avevano ripreso Sangare mentre percorreva la strada in bicicletta, contromano. Non è chiaro perché si trovasse lì, dato che non risiedeva a Terno d’Isola ma a Suisio, un paese vicino. Le immagini sono state cruciali per i carabinieri del comando provinciale di Bergamo per riuscire a identificarlo e fermarlo.